19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Relazione alle Camere sullo stato di salute del comparto giudiziario

Severino: Amnistia? Se la vuole, la faccia il Parlamento

Il Ministro della Giustizia: La situazione carceraria è inaccettabile, Governo impegnato. Detenuti custoditi in un modo indegno per l'Italia. Il 42% dei detenuti è in attesa di giudizio, è anomalia. Domani manifestazione dei Radicali al Pantheon

ROMA - «Sento fortissima, insieme a tutto il governo, la necessità di agire in via prioritaria e senza tentennamenti per garantire un concreto miglioramento delle condizioni dei detenuti, ma anche degli agenti della polizia penitenziaria, che negli stessi luoghi ne condividono la realtà e, spesso, le sofferenze». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, in un passaggio della sua relazione alle Camere sullo stato di salute del comparto giudiziario.
Il ministro ha quindi spiegato che, al di là dei dati numerici, (sono «66.897 i detenuti che, salvo poche virtuose eccezioni, soffrono modalità di custodia francamente inaccettabili per un Paese come l'Italia«), «siamo di fronte a un'emergenza che rischia di travolgere il senso stesso della nostra civiltà giuridica, poichè il detenuto è privato delle libertà soltanto per scontare la sua pena e non può essergli negata la sua dignità di persona umana».
«Lo dico da ministro, ma anche e soprattutto da cittadino: questa situazione - ha detto Severino - va migliorata subito, pur nella piena consapevolezza che non esista alcuna formula magica per risolvere questo annoso e doloroso problema. Solo un equilibrato insieme di misure, idonee a coniugare sicurezza sociale e trattamento unitariamente adeguato del custodito o del condannato, potrà fornire un serio contributo alla soluzione del problema». Ciò premesso, il ministro non ha fatto riferimento alcuno a provvedimenti di clemenza, quali l'amnistia, chiesta a gran voce dai Radicali.

Amnistia? Se la vuole, la faccia Parlamento - «Come ho già detto in diverse occasioni, l'amnistia richiede maggioranze qualificate e un'attivazione del Parlamento: se il Parlamento dovesse raggiungere intese su questo, il governo, e io stessa come ministro, non avrebbe nulla da obiettare, in ossequio alla volontà parlamentare». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, replicando al termine del dibattito ai deputati che le hanno chiesto se il governo stia valutando la possibilità di ricorrere all'amnistia per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri.

Il 42% dei detenuti è in attesa di giudizio, è anomalia - Nelle carceri italiane ci sono «oltre 28.000 detenuti in attesa di giudizio, che rappresentano il 42% dell'intera popolazione carceraria, un'anomalia tutta italiana». Inoltre, «nel 2010, 21.093 persone sono state trattenute in carcere per un massimo di 3 giorni».

Domani manifestazione dei radicali al Pantheon - Domani 18 gennaio, in occasione della discussione del decreto legge Severino in materia di sovraffollamento carcerario, i Radicali esporranno, dalle ore 10 nella piazza del Pantheon a Roma, la situazione in cui versa oggi la Giustizia italiana, «sempre più - si legge in una nota - oggetto, purtroppo, delle sanzioni quando non dello 'scherno' da parte delle istituzioni e del resto della popolazione europea e internazionale consci del suo stato sempre più cronico di illegalità diffusa che si riflette, sul piano penale, nelle condizioni ormai non più sopportabili delle sue carceri. Per liberare la giustizia dalla gogna internazionale cui è condannata, diventano sempre più urgente e necessari i provvedimenti di indulto e amnistia».
La manifestazione, promossa dall'Associazione Il Detenuto Ignoto e Dal Comitato per la Giustizia Piero Calamandrei, si svolgerà dalle ore 10 alle 13 in piazza Pantheon a Roma, e vedrà la partecipazione tra gli altri della deputata Radicale Rita Bernardini, della senatrice Donatella Poretti, di Irene Testa, segretaria de Il Detenuto Ignoto, di Giuseppe Rossodivita Consigliere Regionale del Lazio e Segretario del Comitato Radicale per la giustizia Piero Calamandrei insieme ad altri militanti e dirigenti radicali.