27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
La settimana in casa leghista

Bossi incontra Maroni, «pace armata» in attesa dei congressi

I «Maroniani» preparano una prova di forza in sostegno all'ex Ministro: l'ex capo del Viminale parteciperà nella sua Varese a un incontro pubblico dove è già annunciata una mobilitazione particolare in suo sostegno

MILANO - Si è aperto con «due chiacchiere» tra Bossi e Maroni la settimana in casa leghista in vista della manifestazione di domenica prossima a Milano. Così ha definito l'ex ministro dell'Intermo, in via Bellerio, con il «capo», senza voler aggiungere altro. Ma l'incontro, dopo il burrascoso week end in cui è l'ex ministro dell'Interno è stato prima sospeso dal leader leghista dagli incontri pubblici organizzati dai circoli leghisti e poi «riammesso», non sancisce una tregua definitiva tra le due anime della Lega, anzi.

I sostenitori di Maroni ora si preparano alla prova di forza di mercoledì prossimo: l'ex capo del Viminale parteciperà nella sua Varese a un incontro pubblico dove è già annunciata una mobilitazione particolare in suo sostegno. I maroniani confidano in una grande partecipazione, una prova di forza in grado di marcare il peso della componente nei confronti degli avversari «cerchisti». Poi, l'appuntamento di domenica prossima, la manifestazione annunciata al Parlamento del Nord un mese fa contro il governo Monti e che si concluderà a piazza Duomo. Ma sul fronte interno l'obiettivo dichiarato è di fare al più presto a un congresso federale per il rinnovo della dirigenza. Quello non dichiarato: arrivare in quella sede allo scontro finale per ridimensionare definitivamente il cosiddetto «cerchio magico, che condizionerebbe le scelte di Bossi e quindi della Lega.

Da ieri le due anime della Lega minimizzano lo scontro in atto, declassando la faida in «dialettica interna» o in un «momento delicato». Oggi il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni ha negato che la base sia in subbuglio contro i vertici della Lega spiegando che «è incazzata col governo Monti». Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali e la momentanea tregua le divisioni restano. Maroni non perde occasione di sottolineare «l'affetto» e «la stima» dimostratagli in questi giorni difficili «dalla base» e da numerose sezioni leghiste, «320 richieste di incontri pubblici», ha detto lo stesso Maroni, che si sono dichiarate pronte ad invitarlo nonostante il prescritto diktat bossiano. I «cerchisti», lontano dai microfoni, sostengono che il sostegno per Maroni è più mediatico che reale, «tutta una montatura, e sostenuta dalla stampa: Perché non saltano a galla i nomi delle sezioni che sosterrebbero Maroni? Il consenso su Internet - aggiungono - è irrilevante: il leghista doc non sta su Facebook, quelli sono quattro giovani reclutati da lui».

La giornata clou, comunque, sarà domenica. «Ma non c'è niente da 'contare' - avverte il «cerchista» - La Lega è Bossi e Bossi è la Lega. Si dimenticano tutti che è un movimento, mica un partito. Il segretario federale è il padre padrone della Lega nord». E segnala un rischio: «Se andiamo alla manifestazione di domenica in queste condizioni e i maroniani osano inneggiare Maroni segretario finisce a botte».