Di Pietro: Il Carroccio ha tradito gli elettori con il voto su Cosentino
Il leader IDV: «Per questo ora Bossi corre ai ripari vietando a Maroni di parlare»
ROMA - «Il voto della vergogna che, l'altro ieri, ha salvato per l'ennesima volta dall'arresto Nicola Cosentino ha sbugiardato due balle». È quanto scrive il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sul suo blog. «La prima è che le dimissioni del governo Berlusconi avrebbero per miracolo reso decoroso un Parlamento che, sino a quel momento, aveva dato solo continue prove di indecenza. Si è visto che, con o senza Berlusconi, questo Parlamento è sempre lo stesso, composto dagli stessi nominati e indecente come prima».
«La seconda balla - continua il leader dell'Idv - è che la Lega, dopo l'uscita dalla maggioranza, sarebbe tornata a essere un partito popolare e indipendente invece che l'associazione dei maggiordomi di Arcore. Per un po' Bossi ha illuso la sua base di essere ridiventato il vecchio Umberto Bossi. Ma quando si è arrivati alla prova del nove la balla si è sgonfiata».
«Pur di compiacere Berlusconi - aggiunge il leader IdV - Bossi si è abbassato fino a salvare un deputato accusato del reato che la Lega da sempre dice di considerare tra i più gravi al mondo: la complicità con la criminalità organizzata della camorra campana. E il Carroccio lo ha fatto nel modo peggiore: facendo credere di votare contro e cambiando repentinamente idea non appena la voce del vecchio trombone Bossi si è fatta sentire».
«Quel voto - prosegue Di Pietro - copre di vergogna tutti quelli che l'hanno dato, e anche quelli che pur non avendolo dato, adesso fanno finta di niente perché con gli amici di Cosentino sono diventati pappa e ciccia. Ma nessuna base elettorale secondo me è stata tradita e delusa più di quella del Carroccio».
«Per questo, adesso, Bossi deve correre ai ripari - scrive ancora il leader IdV - vietando di parlare addirittura al suo ex braccio destro Roberto Maroni: perché il capo della Lega, per primo, sa quanto sia doloroso lo schiaffo che per inchinarsi di fronte a Berlusconi ha affibbiato non solo all'Italia, alle istituzioni democratiche, alla decenza e a tutte le persone oneste, ma anche agli elettori della Lega Nord».
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