Costi della politica, i Questori delle Camere al lavoro sui tagli
Adragna: «Faremo un cronoprogramma, chiudiamo entro gennaio». Secondo le varie ipotesi circolate negli socrsi giorni, il lavoro riguarderà non tanto la voce «indennità» della busta paga dei parlamentari, quanto i cosiddetti «oneri accessori»
ROMA - Dopo la pausa natalizia, deputati e senatori tornano ad affrontare il 'nodo stipendi', perchè, per dirla con le parole di Benedetto Adragna, questore del Senato in quota Pd, «bisogna rispondere all'impegno preso dai presidenti Fini e Schifani». Il lavoro ricomincerà quindi domani mattina, con i questori di Montecitorio e palazzo Madama al lavoro in «sede congiunta». Obiettivo della riunione di domattina, ha spiegato Adragna, sarà quella di «mettere a punto una sorta di cronoprogramma», un'agenda di incontri che coinvolgeranno sicuramente tutti i capigruppo e gli uffici tecnici dei due rami del Parlamento.
Del resto, la deadline è piuttosto vicina: secondo gli impegni presi, non ha mancato di ricordare Adragna, il termine ultimo per portare a casa il risultato è fine gennaio, data per cui il senatore si dice «ottimista». Ricalcando il meccanismo usato per il passaggio del sistema previdenziale da vitalizio a contributivo, quindi, i questori, nei prossimi giorni, metteranno a punto una sorta di «bozza di lavoro» che sottoporranno al vaglio dei singoli gruppi e, perchè no, anche a quello di chi avrà proposte concrete e utili. Poi, si rivedranno, per rendere organico il lavoro e coerente con l'obiettivo prefissato, cioè ridurre le spese senza svilire l'immagine del parlamentare. Il risultato di tanto lavoro, infine, verrà portato ai due uffici di presidenza per essere votato entro, auspica Adragna, «fine gennaio».
Al lavoro sugli «oneri accessori» - Quello che tutti tengono a rimarcare, e il questore del Pd in primis, è però il fermo «no» al clima di caccia alle streghe che negli ultimi tempi ha colpito il mondo politico e parlamentare. Secondo Adragna, infatti, si tratta di «recepire e portare a compimento» l'impegno preso dia presidenti delle Camere più che dar seguito al clima da 'antipolitica' che è culminato in alcune reazioni sopra le righe all'indagine della commissione Giovannini.
Per questo, secondo le varie ipotesi circolate negli scorsi giorni, il lavoro riguarderà non tanto la voce 'indennità' della busta paga dei parlamentari, quanto i cosiddetti «oneri accessori». In particolare, verranno riviste le spese per i portaborse, che potrebbero passare sotto il diretto controllo della Camera di appartenenza, il forfait per i viaggi, il cui controllo verrebbe affidato al gruppo parlamentare e non più al singolo e la diaria, con un innalzamento delle decurtazioni per mancata presenza anche alla Camera, dopo il passo avanti compiuto dal Senato ai tempi della riforma previdenziale.