19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Il Premier boccia uno dei pilastri del pensiero di Berlusconi

«Mettere le mani in tasca agli italiani», Monti demolisce lo slogan del Cavaliere

Il Professore ha stroncato uno dei cavalli di battaglia del Cavaliere: Non mi ha mai persuaso «l'espressione mettere le mani nelle tasche degli italiani», anche perché è incompleta, sono «alcuni italiani evasori a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti onesti»

ROMA - Che stia trascorrendo le ultime ore di ferie nel rilassante contesto di Villa Certosa o nella dimora di Arcore, Silvio Berlusconi non avrà gradito la «bacchettata» che, senza fare nomi, gli ha comunque riservato il premier Mario Monti da Reggio Emilia. Lapidario, il Professore, ha stroncato uno dei cavalli di battaglia del Cavaliere: «Non mi ha mai persuaso l'espressione mettere le mani nelle tasche degli italiani», anche perché «è incompleta», sono «alcuni italiani evasori» a mettere le mani «nelle tasche dei contribuenti onesti». Tanto per «pesare» la bocciatura, si consideri che l'amato slogan berlusconiano è stato utilizzato da Silvio ben 12 volte solo negli ultimi dodici mesi. Ma è un dato approssimato per difetto, visto che si tratta di uno dei pilastri del pensiero dell'ormai ex premier.

Un rapido elenco per comprendere quanto cara fosse l'espressione per Berlusconi. 6 febbraio 2011: «Il nostro governo in questa prima metà della legislatura, nonostante la crisi economica internazionale, non ha mai aumentato le tasse, non ha mai messo le mani nelle tasche dei cittadini». 3 maggio «Noi non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani». 4 maggio: «Già è tantissimo fare quello che abbiamo fatto, mai messe le mani nelle tasche degli italiani». 10 maggio: «Abbiamo messo alle nostre spalle il picco della crisi meglio di altri Paesi con fiducia mercati e realizzato una vera e propria missione impossibile: affrontare la crisi senza mettere mai le mani nelle tasche degli italiani». 11 maggio: «Siamo orgogliosi di avere saputo tenere in regola i conti pubblici, senza mai mettere le mani neppure una volta nelle tasche degli italiani. E questo continueremo a fare». 12 maggio: «Senza mettere le mani nelle tasche degli italiani abbiamo realizzato una vera mission impossible». 24 maggio: «Il governo ha fatto molto, non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani e la maggioranza c'è». 3 giugno «Stiamo uscendo dalla crisi, non abbiamo aumentato nessuna imposta e non abbiamo messo mai, mai le mani nelle tasche degli italiani». Stesso concetto anche il 9 giugno, 8 luglio.

Poi purtroppo arriva agosto, la crisi che morde e la manovra varata in tutta fretta a ridosso di Ferragosto. E Berlusconi deve ammettere un«eccezione alla regola', deve mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Ma il valore del principio resta, lui ci tiene a dirlo. Il 12 agosto ammette che d'ora in poi non potrà più vantarsi di non aver mai messo le mani nelle tasche degli italiani: «Siamo personalmente addolorati di aver dovuto fare questa manovra», dice sostenendo che il suo cuore «gronda sangue» per le nuove imposizioni fiscali: «Ma questa è l'unica eccezione al principio che ho sempre rispettato di non mettere le mani nelle tasche degli italiani».

Oggi la «rivoluzione» di Monti, che certo Berlusconi non avrà gradito e che ribalta il punto di vista come già fece anni addietro l'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, sempre a proposito delle imposte: «La polemica anti tasse è irresponsabile - disse il 7 ottobre 2007 - dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l'istruzione e l'ambiente». Allora fra i primi a polemizzare fu Daniele Capezzone, oggi portavoce Pdl, chiedendosi: Si tratta «forse di una beffa crudele ai danni dei contribuenti o forse molto semplicemente il fatto che Tommaso Padoa-Schioppa ha perduto il contatto con la realtà del Paese che dovrebbe governare. Un ministro o un marziano a Via XX Settembre?».