28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Carceri

Pordenone, suicida assistente capo della Penitenziaria

Uil: «Caputo era apprezzato da tutti per la sua professionalità e disponibilità. Quinto caso nel 2011, 80 in 10 anni. Fenomeno preoccupante».

PORDENONE - Un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Pordenone si è suicidato ieri pomeriggio, nell'abitacolo della propria automobile, sparandosi un colpo con la sua di postola di ordinanza. Lo rende noto la Uil Penitenziari, spiegando che l'uomo, Antonio Caputo di 43 anni, intorno alle 14 finito il turno di servizio si è messo in auto ed ha raggiunto San Vito al Tagliamento, dove in un luogo appartato si è sparato. La moglie non vedendo rincasare il consorte ha dato l'allarme e il cadavere è stato rinvenuto intorno alla 18.

«E' il quinto suicidio di un 'basco blu' nel 2011, Caputo era apprezzato da tutti per la sua professionalità e disponibilità», dice in una nota Eugenio Sarno, segretario generale Uil Penitenziari: «Quello dei suicidi in seno alla polizia penitenziaria è evidentemente un fenomeno che deve essere indagato a fondo perché assume dimensioni davvero preoccupanti. In dieci anni, infatti, sono circa 80 i suicidi di poliziotti penitenziari. Non intendiamo assolutamente strumentalizzare queste morti, ma ci appare chiaro che se non è possibile collegare direttamente le volontà suicide a motivi di lavoro nemmeno possiamo escludere che l'ambito lavorativo, con il suo carico di disagio, sia totalmente estraneo nelle dinamiche che portano alle autosoppressioni».

«Troppo spesso il personale della polizia penitenziaria impegnato nelle prime linee - ricorda Sarno - è costretto a subire la contrizione dei diritti soggettivi. Questo, coniugato alle infamanti condizioni di lavoro e all'insalubrità dei luoghi di lavoro, costituisce un'amplificazione del disagio interiore che dilata la percezione delle difficoltà ed abbatte le autodifese spingendo verso quei gesti estremi di cui troppe volte dobbiamo dar conto. Venerdì prossimo incontreremo il ministro della Giustizia Severino e questo del disagio lavorativo della polizia penitenziaria sarà un aspetto preminente del nostro intervento, certi che riscuoterà massima attenzione nel Guardasigilli».