19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Costi della Politica

Stop vitalizi ai nuovi Parlamentari. Idv: Non basta

Decisione unanime del Senato, la Camera lo aveva stabilito a luglio. Non si toccano invece i vitalizi già acquisiti. Donadi: «la decisione del Senato è un buon segnale ma non è sufficiente, si deve fare di più»

ROMA - Stop ai vitalizi per deputati e senatori: dalla prossima legislatura, chi entra per la prima volta in Parlamento non avrà più diritto a quello che da molti è considerato un privilegio, ma percepirà una pensione analoga a quella dei 'comuni' lavoratori. Non si toccano invece i vitalizi già acquisiti. Anche il Senato, come aveva fatto la Camera lo scorso 21 luglio, adotta la misura per dare un taglio ai costi della politica: con una delibera del Consiglio di presidenza adottata all'unanimità è stato deciso il superamento, «a partire dalla prossima legislatura per i nuovi eletti, dell'attuale sistema degli assegni vitalizi».
Analoga decisione, si è affrettata a ricordare la Camera, l'Ufficio di presidenza di Montecitorio l'aveva già adottata in luglio stabilendo, sempre all'unanimità, «la definizione di una proposta di sostituzione dell'attuale istituto dei vitalizi, a decorrere dalla prossima legislatura, con un nuovo sistema di tipo previdenziale, analogo a quello previsto per la generalità dei lavoratori». Alla proposta sta lavorando il Collegio dei Questori.

Donadi: Si deve fare di più - Non basta secondo il presidente dei deputati dell'Idv, Massimo Donadi, che riconosce che «la decisione del Senato è un buon segnale ma non è sufficiente, si deve fare di più. Nel momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini per affrontare la crisi e rilanciare l'economia, si deve avere il coraggio di dare un taglio ai privilegi dei politici. L'abolizione dei vitalizi è una nostra battaglia storica e riteniamo che debba partire dai parlamentari in carica e da quelli non più in carica ma non ancora andati in pensione. La Camera deve fare di più e meglio, anche perché se ci limitassimo allo stop deciso dal Senato, avvertiremmo i benefici in termini economici solo tra venti o venticinque anni».

Il meccanismo attuale - Secondo l'attuale Regolamento della Camera «il deputato versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi. Il deputato, dopo 5 anni di mandato effettivo, riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. L'importo dell'assegno varia da un minimo del 20 per cento a un massimo del 60 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare».