3 ottobre 2025
Aggiornato 01:00
Il capo dello Stato interviene a Bari

Napolitano: Italia in crisi di fiducia. Fuori orgoglio e affidabilità

Il Presidente della Repubblica non minimizza: Verso di noi pregiudizi, ma no a ritorsioni. Contatti con Barroso e Van Rompuy. Colle: Tutto per l'interesse del paese

BARI - «Parliamoci chiaro: nei confronti del nostro Paese è insorta in Europa, e non solo in Europa, una grave crisi di fiducia. Dobbiamo esserne consapevoli, e sentircene, più che feriti, spronati nel nostro orgoglio e nella nostra volontà di recupero». Giorgio Napolitano prende la parola nel pomeriggio, quando i mercati hanno già registrato un'altra giornata nera per l'economia italiana ed europea. Il capo dello Stato interviene a Bari, in un convegno su sud e sviluppo all'Università, al termine di una giornata densa delle celebrazioni per la festa delle forze armate, che quest'anno cade nel 150esimo dell'unità d'Italia. Il presidente parla ed torna ad esprimere la propria preoccupazione per la situazione drammatica del paese.
Tono grave, ma anche incoraggiamento a reagire, senza sottovalutare i problemi. Per chi voglia esercitarsi, è facile vedere nelle parole di Napolitano una versione diversa dello stato delle cose rispetto ai toni usati a Cannes dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa finale del G20.
Il presidente della Repubblica, che in questi giorni ha mantenuto contatti costanti con le autorità impegnate nel vertice internazionale - dal presidente della Commissione, Ue Josè Manuel Barroso, al presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy - non minimizza. Ammette che, oltre al deficit di fiducia che stiamo scontando a livello europeo, nei confronti dell'Italia ci sono anche «pregiudizi vecchi e nuovi», ma allo stesso tempo avverte: «guai a rispondere con ritorsioni polemiche e animosità». Invece, anche l'Italia deve compiere la sua parte per rafforzare l'integrazione europea, come tutti gli altri paesi dell'Unione: «Ciascuno dovrebbe interrogarsi sulle proprie responsabilità».

Contatti con Barroso e Van Rompuy. Colle: Tutto per l'interesse del paese - Perchè, come aveva già avuto modo di dire di recente, «siamo tutti nella stessa barca»: ed è questo infatti il passaggio citato oggi anche dallo stesso Berlusconi quando da Cannes ha espresso apprezzamento per l'operato di Napolitano. E' vero che nelle sedi europee «non si può ripartire ogni mese con nuove indicazioni e prescrizioni», precisa Napolitano, però, gli preme sottolineare oggi, «l'Italia non può dare segni di scarsa determinazione e affidabilità». Insomma, gli impegni presi con l'Ue vanno attuati «tempestivamente», puntualizzati, perchè al momento sono «ancora generici», rafforzati e arricchiti. Tanto più che d'ora in poi sull'attuazione delle misure annunciate vigilerà non solo l'Europa ma anche il Fondo Monetario Internazionale.
Berlusconi ha tenuto a precisare che l'intervento del Fmi è stato «concordato» con Napolitano. Dal Colle non commentano. Fanno solo notare che il presidente ha fatto tutto quello che c'era da fare nell'interesse della nazione. Ora si attendono le scelte del governo e del Parlamento. Ma, al di là delle polemiche tra gli schieramenti e ferma restando la «libertà» delle Camere di decidere quali scelte fare, l'importante è che si compia un «esame di coscienza collettivo», chiede Napolitano. Che è un po' ciò che aveva sottolineato nella nota di ieri a proposito della «libertà» delle forze politiche di «assumere le rispettive determinazioni in Parlamento e le responsabilità che ne conseguono rispetto agli interessi generali dell'Italia e dell'Europa, in una crisi finanziaria ancora gravida di incognite».
Insomma, restano valide le considerazioni del Colle sulle consultazioni informali con maggioranza e opposizione, lontane dalla larga condivisione delle scelte auspicata da Napolitano.
Non sfuggono le difficoltà dell'attuale compagine di governo chiamata a breve alla prova dell'approvazione del rendiconto dello Stato e, dopo, della legge di stabilità, con gli impegni anti-crisi. Ma, al netto di tutto questo, c'è una sola cosa che deve contare: il bene del paese, che sia al primo posto, chiede il capo dello Stato. Un impegno da onorare anche con un cambio di «comportamenti» per tutti gli «attori della vita pubblica e sociale».