19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Vasco Rossi e «noi siamo i soliti» sigla per la sua nuova trasmissione

Torna Santoro e Servizio Pubblico si vota a Biagi e Montanelli

Con lui Vauro «Padre Indignato» e Travaglio. Lavitola pezzo forte: Berlusconi non conosce nemmeno i vertici delle Istituzioni. Gli auguri di Ferrara: Interessante il circuito alternativo. De Laurentiis: Santoro grave perdita per la RAI

ROMA - Sceglie Vasco Rossi e «noi siamo i soliti» come sigla per la sua nuova trasmissione Michele Santoro, ed elegge Enzo Biagi e Indro Montanelli propri numi tutelari, «anche se siamo diversi so che siete in apprensione e ci seguite». Parte così Servizio Pubblico, primo esperimento di trasmissione multipiattaforma che il suo ideatore chiama «rivoluzione civile», retta dal peso (e dai soldi) di «centomila persone», che «hanno acceso noi» ma che adesso possono accendere «tutto quello che vogliono». E allora, via a elencare Daniele Luttazzi, Adriano Celentano, Serena Dandini «e la stessa Rai che si sta spegnendo», arrivando così a dar vita a «un vero servizio pubblico».
Poi, preso l'abbrivio, sermoncino sulla libertà d'informazione «e su quanto è costato al nostro Paese il non aver fin da subito detto la verità sulla crisi finanziaria». Poi, ringraziamento al Fatto Quotidiano, questo «piccolo grande giornale» i cui editori hanno appoggiato la trasmissione e finanziato l'iniziativa di Santoro. Quindi, parola a Marco Travaglio, che segna il suo rientro sul piccolo schermo con una difesa di Antonio Ingroia, il «pm partigiano sì, ma della Costituzione, che - dice Travaglio - ha indagato sei volte Berlusconi per mafia e sei volte ne ha chiesto l'archiviazione perchè non aveva abbastanza prove».
Infine, Vauro, entrato in scena come padre indignato, con tanto di saio, cui «girano a tal punto i cordoni da aver dato vita - alla Santa Indignazione». Infine, nel prologo della trasmissione, il piatto forte: intervista a Valter Lavitola in ambientazione spiaggia sudamericana, inframezzata da audio di intercettazioni tra il premier e l'ex direttore dell'Avanti.

Lavitola: Berlusconi non conosce nemmeno i vertici delle Istituzioni - Silvio Berlusconi «non ha alcuna dimestichezza con il potere», ma ne ha una sorta di «idiosincrasia», anzi, «non conosce nemmeno i vertici delle istituzioni». Lo dice Valter Lavitola, l'ex direttore dell'Avanti, in un'intervista mandata in onda da Servizio Pubblico, la nuova trasmissione di Michele Santoro. Berlusconi, secondo Lavitola, «non ha contatto con nessuna istituzione. Per conto della presidenza del Consiglio - dice - i contatti li tiene tutti Gianni Letta. A mio avviso, sarebbe invece necessario che il presidente del Consiglio conoscesse i vertici delle istituzioni».

Gli auguri di Ferrara: Interessante il circuito alternativo - Non vedrà la trasmissione di Michele Santoro stasera perché ospite di Formigli su La7: «Ma gli faccio tanti auguri, mi interessa molto quella storia del circuito alternativo, della tv antagonista. Lo vedrò domani su internet».
Poi racconta: «Ho fatto una proposta al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, di fare giovedì sera su Raidue, dove Santoro celebrava i fasti sul trono del talk-show, un anti talk-show, un approfondimento costruito senza il pubblico, i fischi, le risate. Se vogliono farla bene, sennò non c'è nessun problema».

De Laurentiis: Santoro grave perdita per l'azienda - «Quella di Santoro è un grave perdita per la Rai. Non è possibile perdere una trasmissione che otteneva il 21% di share e 16 milioni di euro di risorse pubblicitarie. Non ho condiviso questa scelta della direzione generale». Lo ha detto il consigliere del Cda Rai Rodolfo De Laurentiis, intervenuto a KlausConcidio.
«Quando ci sono 6 milioni di persone che seguono una trasmissione - continua De Laurentiis - credo sia doveroso per il servizio pubblico garantire rispetto a questo pubblico. E il rispetto si ha quando si consente alle persone di avere i loro riferimenti culturali e d'informazione».
Il consigliere Rai non esclude invece «un ritorno di Serena Dandini, anche se non immediato. Ma questa proposta compete al nuovo direttore di rete, non mi permetto di dare suggerimenti. Rai 3 è una rete che in questi anni ha avuto grandi performance, è in crescita e ha mantenuto la sua identità. Credo che Di Bella vorrà rafforzare e mantenere questa identità. Sono convinto che le perdite di questi mesi si recupereranno».