24 aprile 2024
Aggiornato 16:30
La Sentenza del Tribunale di Milano

Bnl-Unipol, condannati Fazio, Consorte e Caltagirone

La compagnia dovrà pagare una multa di 720 mila euro. Consorte: Sentenza ingiustificabile, io capro espiatorio. Fazio condannato per la cordata italiana e ostacolo Opa

MILANO - Come per la scalata di Bpi di Fiorani ad Antonveneta i giudici del Tribunale di Milano danno in sostanza ragione alla procura. Grandissima parte dell'impianto accusatorio regge anche per il fallito tentativo di Unipol di conquistare la Bnl. Giovanni Consorte ex numero della compagnia è stato condannato a 3 anni e 10 mesi, 1 milione e 300 mila euro di multa. L'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio ha avuto 3 anni e 8 mesi e un milione di euro di multa, al pari dell'editore Francesco Gaetano Caltagirone, ritenuto il capo del cosiddetto «contropatto» e l'unico tra i 21 imputati ad ad avere ancora un ruolo importante nella vita economica italiana.
I giudici hanno leggermente limato le richieste della procura che aveva sollecitato una pena superiore ai 4 anni per Consorte e 4 anni per Fazio. La compagnia di assicurazioni controllata dalle Lega delle cooperative dovrà pagare 720 mila euro di multa. Non dovrà risarcire come erroneamente scritto in precedenza.
Condannati anche gli altri vertici di Unipol, Ivano Sacchetti e Carlo Cimbri a 3 anni e 7 mdesi di reclusione. 3 anni e 3 mesi anche per gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e il per il finanziere bresciano Vito Gnutti per il quale i pm avevano chiesto. Gli imputati condannati dovranno risarcire in solido il Banco di Bilbao con 15 milioni di euro a livello di provvisionale.
Tra i condannati a 3 anni e 6 mesi c'è l'europarlamentare Vito Bonsignore, l'esponente dell'Udc citato in una conversazione telefonica in cui Massimo d'Alema non coinvolto nella vicenda giudiziaria perchè il Parlamento Europeo negò l'ok a usarne le conversazioni. D'Alema diceva: «Intendiamoci se Bonsignore deve restare nel patto resta perchè gli ho dato una contropartita politica da un'altra parte». I giudici depositeranno la motivazione tra 45 giorni. I fatti al centro del processo si prescrivono nel gennaio del 2013. inizia la corsa contro il tempo.

Consorte: Sentenza ingiustificabile, io capro espiatorio - «Cossiga mi disse che ero stato fortunato a non essere ucciso per l'operazione Unipol/Bnl» che «se fosse stata fatta, ora avremmo un grande gruppo europeo, bancario e assicurativo e anche l'Italia sarebbe stata più solida. E' una sentenza ingiustificabile, incomprensibile, non riesco a crederci. Ora andrò in giro in mezzo alla gente, per spiegare la genesi politica e gli aspetti politici collegati a quell'operazione». Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol, commenta così con «A Ciascuno il Suo» di Radio 24 la condanna del Tribunale di Milano, per la tentata scalata Unipol/Bnl.
«Ho la certezza di non aver fatto nulla di scorretto e ora dopo 7 anni - prosegue - non posso più subire soprusi e angherie, quindi parlerò di tutto carte alla mano». Consorte ritiene che la sentenza «vada letta insieme a quella AntonVeneta. C'era un teorema che voleva fossero collegate le due operazioni, ma non è vero. Ci sono state 4 sentenze che hanno già stabilito che non c'è stato alcun patto occulto e la Consob non si è costituita parte civile per l'aggiotaggio. Io non ho fatto nulla e allora ora andrò in tutti i circoli culturali a raccontare com'è nata l'operazione e come sono state coinvolte persone, uscite velocemente dalle accuse, farò proiettare l'interrogatorio reso in Tribunale, che ho registrato. Questa storia non può continuare!».
Alla domanda se hanno pesato le polemiche sulle intercettazioni con i politici, Consorte risponde: «Sicuramente sì, nel 2006 ci sono state le elezioni, in quel periodo c'è stata la costituzione del Pd ed è evidente che l'operazione Bnl va letta in quel contesto. Non si può pensare di avere un capro espiatorio». Tirerà in ballo gli ex vertici dei Ds? «Dirò tutto».

Fazio condannato per la cordata italiana e ostacolo Opa - Antonio Fazio da governatore di Bankitalia promosse l'idea della costituzione di una cordata italiana che contrastasse il Banco di Bilbao e con indicazione rivolta a Fiorani e da questi coltivata nei contatti con Caltagirone Consorte e Sacchetti, in violazione dei suoi doversi d'ufficio. I giudici condannando Fazio a 3 anni e 6 mesi lo hanno riconosciuto colpevole di una serie di condotte che sono il contrario di quello che un'autorità di vigilanza dovrebbe fare.
Fazio inoltre agì con una tempistica sollecitamente favorevole nel rilascio delle autorizzazioni a Unipol a salire prima al 10 e poi al 15 per cento di Unipol aderendo ad una motivazione che sapeva fittizia e non decisiva. Con Fazio era imputato il responsabile della vigilanza di Bankitalia Francesco Frasca che è stato assolto come era stato assolto in relazione alla scalata di Bpi ad Antonveneta. Fazio per il caso Antonveneta era stato condannato a 4 anni di reclusione.
L'allora governatore inoltre ostacolava o comunque rendeva meno agevole l'offerta pubblica di scambio promossa dal Banco di Bilbao, era l'accusa che i giudici della prima sezione penale di Milano hanno ritenuto provata. Tra un mese e mezzo spiegheranno il perchè nelle motivazioni. Ma la scalata a Bnl come quella ad Antonveneta sarà prescritta presto nel gennaio del 2013.

La tentata scalata e l'inchiesta giudiziaria - Una scalata bancaria poi fallita, che a sei anni di distanza porta alla pronuncia, da parte della prima sezione del Tribunale di Milano di 16 condanne: 13 persone fisiche, tra le quali l'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio e tre società, e 12 assoluzioni. Si conclude così il primo grado del processo che ha nel mirino il tentativo da parte della compagnia assicurativa bolognese Unipol di acquisire il controllo della Banca Nazionale del Lavoro.

Una vicenda che si consuma tra la primavera e l'estate del 2005 - In quel periodo l'azionariato di Bnl è diviso in un «patto» e un «contropatto» che vede, in sostanza, contrapposto il nucleo degli azionisti di controllo (tra cui Bbva, Generali e Della Valle che sostiene il management guidato dal presidente di Bnl, Luigi Abete) e un gruppo di immobiliaristi romani coordinati da Francesco Gaetano Caltagirone. Nel marzo dello stesso anno Bbva lancia l'offerta pubblica di scambio (ops) sul capitale di Bnl, ricevendo l'autorizzazione da parte delle autorità italiane. Poi, viene lanciata l'Opa obbligatoria. Bbva rinuncia.

Poco dopo si aprono le inchieste giudiziarie. Seguono le dimissioni di Fazio, poi di Consorte, mentre nel gennaio 2006 l'azionista di maggioranza diventa il colosso francese Bnp Paribas con il gradimento degli azionisti di controllo e del presidente Abete. Nel 2007, parallelamente ad un'inchiesta dei magistrati romani, la procura meneghina tira le file dell'indagine che arriva ad un processo in cui sfila, come testimone, anche lo stesso Abete. Nel corso della requisitoria l'accusa rivela la sua ricostruzione di quanto accaduto. I pm Luigi Orsi e Gaetano Ruta sembrano non avere dubbi: Bankitalia non ebbe ruolo di arbitro imparziale, ma favorì Unipol e i cosiddetti contropattisti e la compagnia bolognese non seguì il regolare iter previsto in caso di scalate bancarie. L'ipotesi dell'accusa è chiara: Consorte, Ivano Sacchetti e Carlo Cimbri si trasformano in vertici «intercambiabili» della Unipol di allora, «motori» di quell'operazione che si sarebbe consumata «sotto la regia» di Banca d'Italia e dell'allora governatore Antonio Fazio.
L'ex governatore «come uno che guida la macchina un po' fuori dalle regole» e «non fa l'arbitro ma il giocatore di una partita», si sarebbe servito delle «capacita' tecniche» del suo braccio destro, Francesco Frasca, e anche di alcune banche, per arginare l«assalto' dello straniero.