Bersani: Primarie di coalizione? Io ci sono
Il Segretario: Il PD si dia una registrata, discussione non sempre all'altezza. Renzi: Sarebbe un autogol blindare le primarie. Parisi: Sulle primarie da Bersani parole coraggiose. Vendola: Patto con gli indignati, interlocuzione con UDC
ROMA - Pier Luigi Bersani fa un passo avanti in direzione della candidatura alla guida della coalizione: per le primarie «Io ci sono», afferma in una intervista al Messaggero. «Non andrò mai davanti al Paese - precisa il leader democratico - dicendo che ci sono perché lo dice lo statuto del Pd ma il Pd che è nato con il metodo delle primarie, proporrà il suo candidato con un'assunzione di responsabilità politica».
«La coalizione - aggiunge - deciderà a proposito delle primarie e chi può partecipare a quella discussione non ci si aspetti un Pd o un Bersani che chiude le porte. Quando sento qualcuno dire che Bersani ha paura, io rispondo: è fin da bambino che non ho paura». Quanto alle alleanze, Bersani ribadisce l'apertura al centro, ma da parte di tutto il centrosinistra: «Io non tiro per la giacca nessuno, rispetto, capisco i problemi, però al Terzo polo voglio dire: la vedete l'Italia? Non sto parlando di un'ammucchiata ma di un incontro tra progressisti e moderati italiani per un patto di legislatura e su una dozzina di riforme da fare per ricostruire l'Italia».
Bersani bacchetta le correnti interne: «Il Pd - afferma - deve darsi una registrata, perché non sempre la discussione che sento tra noi è all'altezza di questa sfida. Il progetto - centrosinistra di governo, allargamento al centro con un patto di legislatura, ricostruzione dell'Italia - va bene? Avanti, allora si tira. Non va bene? Si discute. Ma non c'è più tempo per chiacchiere che non vanno da nessuna parte».
Avremo vincolo di maggioranza in Parlamento - Il problema del centrosinistra è «la credibilità». Per questo «io sto lavorando su questo e stiamo facendo importanti passi avanti su cose molto concrete». Bersani precisa di volersi riferire al Pd, a Di Pietro, a Vendola e ai socialisti. «Sto parlando - aggiunge - di risposte a domande tipo: ma noi la maggioranza parlamentare come la garantiamo, con quale meccanismo? I cinque-sei punti del programma che la gente sa essere un problema - politica internazionale, risanamento, concertazione - come pensiamo di rispolverli?».
«Fare il programma è facile - ammette Bersani - il punto vero, lo ripeto, è la credibilità», e visto che i precedenti della sinistra non sono rassicuranti, come nota l'autrice dell'intervista, «stiamo ragionando - dice - su un preciso meccanismo. Voglio essere ancora più chiaro: nella vita dei gruppi parlamentari dovrà esserci un vincolo di maggioranza».
Renzi: Sarebbe un autogol blindare le primarie - Le primarie per il centrosinistra sono «fondamentali e insostituibili». A lanciare l'avvertimento è Matteo Renzi, sindaco di Firenze, intervistato dall'Unità alla vigilia dell'assemblea dei «rottamatori» del Pd, la Leopolda 2 in programma in questo fine settimana. «Io credo - afferma - che le primarie siano fondamentali e insostituibili, che debbano essere libere e aperte a tutti. E quindi chi volesse blindarle in un confronto Bersani-Di Pietro-Vendola commetterebbe il più classico degli autogol».
Quanto alla situazione politica nazionale, il Governo, sostiene il sindaco toscano, non è 'alla frutta' ma «all'ammazzacaffè». E dopo non serve un governo di transizione ma «elezioni. E questa volta per vincerle e per governare per cinque anni». Sulle alleanze Renzi non vuole rispondere, invece che al voto con chi, dice «partiamo da per che cosa. Su questo trovo un clima migliore nel Pd. Finalmente stiamo confrontandoci sui contenuti».
Parisi: Sulle primarie da Bersani parole coraggiose - Arturo Parisi «apprezza» Pier Luigi Bersani, dopo che il segretario del Pd ha aperto alle primarie in una intervista sul Messaggero. «Finalmente sulle primarie da Bersani una risposta chiara a chi immaginava che tutto fosse già deciso», commenta l'esponente ulivista.
«'La coalizione deciderà a proposito delle primarie e chi può partecipare», ha detto oggi Bersani. E ha aggiunto - sottolinea in una nota Parisi - che a quella discussione non ci si aspetti un Bersani che chiude le porte. Dire che a decidere sarà la coalizione presuppone infatti che torni in campo una vera coalizione, e che le primarie saranno primarie di coalizione. Annunciare un impegno per aprire le porte significa schierarsi per primarie aperte».
«Primarie aperte di coalizione - prosegue il promotore del referendum elettorale pro-Mattarellum - è esattamente l'obiettivo per il quale ci battiamo da sempre. A questo punto resta solo da dare un occhio al calendario. Se la decisione non viene formalizzata al più presto a decidere sarà il tempo, per noi e contro di noi. Esattamente come sarebbe successo per la legge elettorale, se entro il 30 settembre non avessimo portato le firme in Cassazione».
Vendola: Patto con gli indignati, interlocuzione con UDC - Pier Luigi Bersani propone un accordo tra Sel, Pd e Idv prima del voto e un patto di legislatura con l'Udc di Pier Ferdinando Casini? Nichi Vendola, intervistato al Tg3, rilancia: «Un patto con le giovani generazioni, col mondo dell'indignazione e un'interlocuzione a tutto campo anche con i centristi purché il programma sia quello di una svolta per l'alternativa».
A Silvio Berlusconi che ha detto che sente la responsabilità di restare al governo per non lasciarlo a una coalizione composta da Bersani, Di Pietro e Vendola, il leader di Sel, replica: «Si sente minacciato non dalle divisioni del centrosinistra ma dal fatto che il centrosinistra a partire da Vasto è in campo con un'alternativa di governo e vive il nuovo Ulivo non come un recinto chiuso ma come la base di partenza per un discorso più ampio, aperto anche alla forza dell'indignazione che riempie le piazze e le strade».
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