Bagnasco: Senza occupazione dignitosa non c'è bene sociale
Il Presidente della CEI: «Lo Stato ha il dovere di assicurare opportunità di accesso in tutti gli ambiti. Guadagno e fama non bastano per la dignità del lavoro. I Cattolici hanno una grande responsabilità verso il corpo sociale»
ROMA - Appello del cardinale Angelo Bagnasco affinché lo Stato provveda «alle opportunità di accesso al lavoro nei vari ambiti», perché senza una «occupazione dignitosa» viene a mancare la base del «bene sociale».
«Si deve parlare del lavoro come diritto e dovere di ogni persona, del primato dell'uomo sul lavoro, e del primato del lavoro sul capitale: senza il lavoro, infatti, la persona viene a mancare di quelle vie di auto-sviluppo che Dio ha inscritto nella natura umana come grazia e compito per ognuno», ha detto il presidente della Cei intervenendo a Rimini ad un convegno dei direttori della pastorale sociale intitolato Educare al lavoro dignitoso. Quaranta anni di pastorale sociale in Italia.
«Senza occupazione dignitosa - ha detto Bagnasco - l'uomo difficilmente riuscirà a misurare le sue capacità personali, a stabilire relazioni collaborative con altri, a contribuire per il conseguimento del bene sociale, a sentirsi partecipe della edificazione del mondo, a percepire la sua dignità nel guadagnarsi onorevolmente il pane per sé e per i propri cari». Per Bagnasco «nelle zona d'ombra del non-lavoro la fiducia e la stima di sé sono pesantemente minacciate, e la serenità verso il futuro viene meno. Per questo insieme di ragioni, lo Stato ha il delicato e gravoso dovere di provvedere alle opportunità di accesso al lavoro nei vari ambiti, tenendo tutti conto però che circostanze inedite, come quelle che il mondo sta vivendo, impongono un aggiornamento di mentalità e capacità di rinnovamento».
Guadagno e fama non bastano per la dignità del lavoro - «Qualunque lavoro non ha una dignità o un valore in se stesso in modo assoluto, ma è sempre relativo, cioè in relazione a ciò che ne è l'unità di misura, l'uomo. Un lavoro - ha detto il presidente della Cei - può essere ambito in rapporto al guadagno, al potere, al prestigio, alla fama che procura, ma non sarà dignitoso se chiede al lavoratore di rinunciare ai valori che rendono la vita degna di essere vissuta: guadagnare la vita ma perdere le ragioni del vivere - ha detto Bagnasco - è indegno dell'uomo perché non lo realizza nella sua umanità».
I Cattolici hanno una grande responsabilità verso il corpo sociale - «I cattolici hanno una grande responsabilità verso il corpo sociale in tutte le sue espressioni: hanno un debito di servizio per il dono della fede ricevuta, che li abilita ad essere umilmente luce e sale della terra e luce del mondo, e anche per quel patrimonio di storia cristiana che è un tesoro e come un giacimento inesauribile per il bene degli uomini e della civitas».