Con la morte di Gheddafi l'Italia «vede» la fine della guerra: si chiude pagina
Ma Bossi apre un nuovo nuove fronte: «Ora via dal Paese i clandestini»
ROMA - «Si chiude una pagina drammatica in Libia. C'è da augurarsi che si costruisca un paese nuovo, libero e unito». E' l'auspicio espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, una volta appreso della morte di Muammar Gheddafi, ucciso oggi a Sirte. Una notizia che porta un respiro di sollievo al governo italiano. Con la fine del rais, la maggioranza intravede subito evidentemente una via d'uscita dalla guerra libica che, a lungo andare, rischiava di minare i rapporti tra Pdl e Lega. Sic transit gloria mundi, commenta a caldo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, «la guerra è praticamente finita». Uno sbocco confermato a stretto giro dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Oggi nasce la nuova Libia, ne gioiamo».
Tonini (PD): «Tacciano le armi» - Da parte sua, il Pd parla di «epilogo tragico, purtroppo abbastanza prevedibile, della rivoluzione libica». L'auspicio, spiega il capogruppo Pd in commissione Esteri al Senato, Giorgio Tonini, è che ora «tacciano le armi e si concluda l'intervento della Nato e dunque della stessa missione italiana».
Bossi: «Mandare i clandestini a casa» - Pur rassicurando sulla fine guerra, la morte di Gheddafi non placa del tutto i leghisti. Umberto Bossi commenta aprendo un nuovo fronte: «Ora bisogna mandare i clandestini libici a casa».
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