12 ottobre 2025
Aggiornato 11:00
Sul tavolo l'ipotesi fiducia

Intercettazioni, il Pdl teme il voto segreto, slitta il ddl

Corsaro: «Probabile». Franceschini: «Dal Governo spettacolo indecoroso». Cicchitto: «C'è un confronto politico tuttora in corso con una parte dell'opposizione»

ROMA - Le votazioni sul ddl intercettazioni slittano alla prossima settimana, a mercoledì: non è bastata infatti oggi la presenza in forze di governo e maggioranza in Aula alla Camera ad esaminare il testo che il Pdl intende modificare introducendo una ulteriore stretta alla pubblicazione delle conversazioni telefoniche. Timore del voto segreto con cui si sarebbero svolte le votazioni su alcune norme - quella sul carcere per i giornalisti ad esempio - secondo l'opposizione che, nonostante i tempi contingentati, promette battaglia.

«La vera vergogna e lo spettacolo indecoroso - ha detto il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini - è vedere il presidente del Consiglio, il ministro dell'Interno, il ministro dell'Economia, in piena crisi economica stare l'intera mattina qui costretti a ritenere le intercettazioni più importanti di tutti i problemi degli italiani. E non sono riusciti a fare nemmeno un voto». Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, si giustifica sostenendo che «c'è un confronto politico tuttora in corso con una parte dell'opposizione, per questo non abbiamo voluto forzare il ritmo dei lavori parlamentari. C'è un dibattito in atto». E difende il divieto, che verrebbe inserito nel ddl con l'approvazione dell'emendamento a firma del neo-relatore Enrico Costa, di pubblicare fino all'udienza filtro le intercettazioni, comprese quelle contenute in ordinanze di custodia: «Non mettiamo il bavaglio a nessuno. Si tratta di un elemento di mediazione».

Ma il terzo polo nega. Nega che ci sia un margine di confronto sull'emendamento Costa: «O ci ripensano e non toccano il testo Bongiorno - osserva Roberto Rao (Udc) oppure diremo no. Non hanno voluto, oggi, la prova di forza nonostante la presenza di Berlusconi e di Bossi». Di tornare al testo Bongiorno, che ieri si è dimessa da relatrice per protesta, non sembra essere aria. Anzi, ipotizza sempre Rao, la maggioranza «potrebbe giocarsi tutto ponendo la fiducia la settimana prossima, inserendo anche altre norme punitive». Massimo Corsaro, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, fa sapere che la questione di fiducia «è probabile». Ma il leader della Lega, Umberto Bossi, pensa che il provvedimento possa avere il via libera della Camera anche senza il voto di fiducia. Tuttavia, proprio dal Carroccio, viene qualche dubbio su alcuni punti che il Pdl intende inserire nell'articolato. Come ad esempio il carcere per chi pubblica le intercettazioni irrilevanti. Dubbi di cui evidentemente il Pdl oggi ha tenuto conto evitando di arrivare a un voto in Aula.