Ddl intercettazioni, cambia la norma sui blog
Dal Pdl «stretta» solo per la stampa. Ma è la Lega a volere il black out più esteso
ROMA - Sono circa 440 gli emendamenti presentati in Aula alla Camera al ddl intercettazioni: la maggior parte arrivano dal Pd mentre dal Pdl arriva da un lato una ulteriore stretta alla pubblicazione delle conversazioni telefoniche e dall'altro la modifica della contestatissima norma ammazza-blog.
Con una proposta a prima firma Cassinelli l'obbligo di rettifica entro 48 ore resta solo per le testate on line. Per gli altri siti informatici, recita il testo, «il termine è di dieci giorni e decorre dal momento in cui vi è, per il soggetto che ha pubblicato il contenuto, il quale agisce anche in forma anonima, conoscibilità della richiesta di rettifica, che non è valida se inoltrata con mezzi per cui non sia possibile verificarne l'effettiva ricezione da parte del destinatario. Non possono essere oggetto di richiesta di rettifica quei contenuti che, per la loro natura, sono destinati ad un limitato numero di utenti, oppure che si qualificano in concreto quali commenti, corredi o accessori di un terzo contenuto principale. Qualora ragioni tecniche ostino alla pubblicazione di una nota in calce al contenuto oggetto della richiesta di rettifica, colui che lo ha pubblicato indica all'autore della richiesta il recapito di altro soggetto avente la disponibilità tecnica di procedervi, oppure pubblica la nota con la stessa visibilità e le stesse caratteristiche grafiche del contenuto a cui fa riferimento».
La mancata rettifica, stabilisce l'emendamento Cassinelli, «per i contenuti diffusi sulla rete internet, purché non siano gestiti dalla redazione di una testata registrata presso la cancelleria del tribunale e purché la gestione del sito internet non costituisca attività imprenditoriale per il suo gestore o editore, la sanzione amministrativa va da euro 250 a euro 2.500. La sanzione va da euro 100 a euro 500 quando, se non si tratta di sito internet gestito dalla redazione di una testata registrata presso la cancelleria del tribunale ai sensi dell'articolo 5, è indicato un valido indirizzo di posta elettronica certificata a cui trasmettere comunicazioni e richieste di rettifica». Tuttavia nel fascicolo degli emendamenti ce n'è anche uno a firma Manlio Contento che invece lascia l'obbligo di rettifica entro 48 ore per tutti i siti internet stabilendo che tali rettifiche vanno pubblicate «attraverso la creazione, nella pagina principale, di un link appositamente dedicato, con accesso diretto e nel quale le medesime sono conservate, secondo l'ordine di pubblicazione, per un periodo non inferiore a 30 giorni».
Per quanto riguarda i limiti alla pubblicazione dal Pdl arrivano diversi emendamenti: quello meno restrittivo, ma che comunque rappresenta una stretta rispetto al testo Bongiorno in Aula, è firmato da Enrico Costa e Manlio Contento e vieta «la pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto, della documentazione e degli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a flussi di comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati riguardanti il traffico telefonico o telematico, anche se non più coperti dal segreto, fino alla conclusione dell'udienza di cui all'articolo 268, comma 6-ter», la cosiddetta udienza filtro. Inoltre «è vietata la pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto, delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari». Ma Contento firma anche un altro emendamento che ripropone fedelmente il ddl Mastella vietando la pubblicazione delle intercettazioni «fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare». A sorpresa un ulteriore black out arriva dal leghista Luca Paolini che propone il divieto della pubblicazione di intercettazioni «fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento».
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