28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
Governo | Maggioranza

Bossi media con Tremonti, forse venerdì sera Cdm per dl sviluppo

Ma gli «anti Giulio» della maggioranza tentano il blitz: spostare le riunioni dal Tesoro a Palazzo Chigi

ROMA - Anche la location, in questo braccio di ferro che sembra non finire mai, serve a pesare i rapporti di forza nella maggioranza. Ecco allora che l'incontro convocato per mercoledì al ministero dell'Economia per discutere di infrastrutture, al quale dovrebbero prendere parte anche alcuni ministri come Sacconi, Matteoli, Fitto e Romani, si era trasformato - nelle intenzioni della fazione più anti Tremontiana dell'esecutivo - nell'occasione di sancire l'inizio di una nuova era, il primo atto di quella cabina di regia proposta da alcuni per ridimensionare il super ministro. L'ala anti Tesoro, riferiscono fonti di governo, avevano chiesto di tenere gli incontri proprio nella sede del governo. Ma, raccontano le stesse fonti dell'esecutivo, sembra che il ministro si sia opposto: piuttosto salta il summit. E infatti l'incontro si terrà, come previsto, in via XX settembre.

Un braccio di ferro in cui la forma diventa sostanza, uno scontro che però alcuni ambasciatori tentano di ricomporre, limando e sedando. Lo sta facendo da giorni Gianni Letta, secondo alcuni in contatto con Tremonti. Ci sta provando, sembra con buon esito, soprattutto Umberto Bossi. Oggi il senatùr ha incontrato il titolare del Tesoro per oltre due ore nella sede leghista di via Bellerio, in vista dei delicati passaggi che devono portare in pochi giorni al varo del decreto sviluppo. Pare che Bossi abbia parecchio rassicurato Tremonti, calandosi al meglio nei panni di ambasciatori e aprendo la strada a una probabile convivenza forzata.

Fra scossoni e tentativi di ricomposizione va dunque avanti lo scontro all'interno dell'esecutivo. Il consiglio dei ministri, ancora da fissare, potrebbe tenersi venerdì sera, alle 20, a borse chiuse. Il clima con il quale si arriverà al varo del decreto sarà determinato dall'azione diplomatica di Bossi come di Letta, ma anche dall'atteggiamento di Silvio Berlusconi. Secondo alcune fonti il Cavaliere avrebbe delegato al ministro delle Riforme il primo «contatto» con Tremonti, dopo giorni di assoluto black out comunicativo. Anche per evitare di peggiorare la situazione con un faccia a faccia che in questa fase potrebbe portare a conseguenze irreparabili. Anche se a molti appare inevitabile che i due debbano sedersi attorno a un tavolo, pena la tenuta stessa del governo. Magari in settimana.

Ma l'«assalto a Giulio» continua, nella maggioranza. Ancora oggi Guido Crosetto, strenuo avversario di Tremonti, ha «bastonato» il Professore di Sondrio: «Non possiamo permetterci di perdere tempo nel cercare di far ragionare chi non ha voglia di ragionare. I problemi caratteriali sono più difficili da risolvere forse più di quelli economici». E ancora: «L'atteggiamento di dire so tutto io, non ho nulla da sentire, non c'è nessuno che può dirmi qualcosa di nuovo e di intelligente a cui io non abbia già pensato ha senso se c'è una proposta che ci convinca, ma di proposte non ne ho ancora viste. Quindi, se non ci sono proposte da parte sua, ce ne saranno dal resto del mondo e si deciderà di seguire quelle che il Consiglio dei Ministri, delegato a decidere, a maggioranza deciderà di fare». Questo per rendere chiaro il clima con il quale il governo si avvicina al varo di un decreto che servirà a stabilire, ancora una volta, i rapporti di forza all'interno dell'esecutivo.