19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Il caso RAI

Protestano i giornalisti di Rainews e TgR, servizi senza firma

Solidarietà di Fnsi e cdr Rai: «Le sovrapposizioni devastano i prodotti»

ROMA - Servizi senza firme oggi su Rainews 24, i cui giornalisti hanno aderito alla protesta insieme a quelli delle Tgr indetta dall'Usigrai contro l'annunciata decisione di voler cancellare la terza edizione dei telegiornali regionali e lo spostamento su Rainews di una fascia fissa di informazione regionale. Alla protesta dei giornalisti è giunta la solidarietà dei giornalisti e dei Cdr delle altre testate del servizio pubblico.

La Federazione nazionale della stampa ha espresso «la più convinta solidarietà e partecipazione all'iniziativa dell'Unione sindacale dei giornalisti della Rai». «Il comportamento del direttore della Testata giornalistica regionale, Maccari, che ha modificato il proprio piano editoriale 'in corsa' prevedendo la cancellazione della terza edizione del tg regionale, dando vita ad una nuova trasmissione sul canale RaiNews 24 - è scritto in una nota- non poteva che avere una dura risposta». Per il sindacato dei giornalisti, «si tratta di una scelta che riduce e devasta l'informazione regionale, punendo gli utenti, snaturando, al tempo stesso, RaiNews 24 attaccandone l'autonomia editoriale. La decisione dell'azienda di mantenere 'temporaneamente' la terza edizione, evidentemente assunta di fronte al levarsi delle proteste, non è una risposta soddisfacente».

La Fnsi «solidarizza con la decisione dell'Usigrai di invitare i colleghi delle redazioni regionali a ritirare le proprie firme dai servizi quale prima forma di protesta in vista dello sciopero vero e proprio. E' sempre più evidente come in Rai vi siano vertici aziendali del tutto inadeguati che sembrano impegnati soprattutto a depotenziare l'azienda del servizio pubblico radiotelevisivo favorendo, così, di fatto, la concorrenza privata. Non è neppure necessario ricordare che quanto sta accedendo è l'ultimo di una lunga serie di episodi di ridimensionamento della capacità produttiva e di tenuta del servizio pubblico sul mercato radiotelevisivo. La Rai è un bene culturale ed industriale del Paese. Va difesa. Come ha chiesto il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, è necessario che le istituzioni di garanzia si facciano sentire e valere».

La Fnsi «rivolge ai colleghi ed agli stessi utenti del servizio pubblico l'invito a partecipare alle iniziative che saranno programmate in varie località all'insegna della parola d'ordine 'Riprendiamoci la Rai«'.

In una nota congiunta anche «i comitati di redazione di Tg1, Tg2, Tg3, Giornale Radio, Gr Parlamento, Rai Parlamento, Televideo, Rai International, Rai Sport e Ufficio Stampa» si dichiarano «al fianco delle redazioni di Rainews e della TgR nel loro primo giorno di sciopero delle firme per protestare contro un progetto che snatura l'all-news e accentra e svilisce l'informazione regionale».

«E' l'ennesima decisione autolesionista - denunciano i cdr Rai- di un vertice aziendale che non è più in grado di governare e rilanciare il servizio pubblico. Come dimostra - ad esempio - l'incapacità di porre rimedio al crollo degli ascolti del Tg1, di nominare un Direttore per le testate (Tg2, Rai Parlamento e Gr Parlamento) guidate ad interim da tempo, di dare un progetto di sviluppo per Televideo e di ripristinare un sistema di rilevazione dei dati d'ascolto della Radio (che manca da oltre un anno)». E «come dimostra la decisione di sostituire gli spazi lasciati liberi in seconda serata dopo la chiusura del programma di Serena Dandini con repliche e telefilm, affossando di fatto il seguente Linea Notte del Tg3, rifiutando inoltre di affidare all'informazione spazi destinati a meri riempitivi».

«I giornalisti Rai - concludono i Cdr- non lasceranno che si prosegua su questa strada di smantellamento del Servizio Pubblico. Per questo tutti i CdR confermano il proprio sostegno alle 2 giornate di sciopero proclamate dall'Usigrai, secondo le modalità definite dall'assemblea dei Comitati di Redazione, all'insegna di «Riprendiamoci la Rai'».