Porto Empedocle sarà la nuova Lampedusa
Notte tranquilla nell’isola. Scontri invece al Cio di Torino e fuga di alcuni clandestini
PALERMO - Il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto ha motivato la disponibilità del suo paese ad accogliere i migranti «poiché questa croce non può più essere portata esclusivamente dai lampedusani». Il sindaco di Porto Empedocle ha però sottolinea la necessità che qualora ciò dovesse concretizzarsi, occorreranno «garanzie adeguate per la comunità locale affinché ciò non si trasformi in un dramma nel dramma».
Il primo cittadino ha però aggiunto di non aver ricevuto nessuna comunicazione dal ministero degli Interni.
Il sindaco: li prendiamo noi - Porto Empedocle sarebbe disposta «ad accogliere gli immigrati soccorsi al largo di Lampedusa». Lo ha affermato il sindaco del paese in provincia di Agrigento, Calogero Firetto, commentando così l'ipotesi del governo di non portare più a Lampedusa gli extracomunitari che vengono recuperati nel Canale di Sicilia al largo dell'arcipelago, dal momento che la maggiore delle Pelagie non è ritenuta più «porto sicuro».
Dal Cio di Torino, dopo gli scontri la fuga degli immigrati - Rivolta e scontri ieri sera, dopo Lampedusa, anche al Cie di Torino, in via Santa Maria Mazzarello,. Prima una manifestazione davanti al Cie di appartenenti all'area anarco-anagonista della città, che hanno gridato la propria solidarietà ai clandestini facendo esplodere qualche petardo e lanciando numerose palline da tennis contenenti fogli incitanti alla rivolta e relativi anche ai recenti scontri nei Cie Brindisi e Lampedusa. Poi, poco dopo la mezzanotte, all'interno del centro si è scatenata una violenta sommossa che ha coinvolto tutte le aree: gli immigrati hanno sfondato i cancelli di ingresso spargendosi poi nel perimetro interno del centro e cercando una via di fuga.
Due clandestini arrestati - Contro i carabinieri e la polizia, che cercavano rinforzi per contenere la sommossa, sono stati lanciati calcinacci, pezzi di suppellettili strappati dalle sale mensa delle aree e sassi e una parte dei clandestini che erano riusciti ad uscire dalle due aree, circa 20 persone in tutto, sono riusciti a fuggire. Due clandestini sono invece stati arrestati: il primo per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per danneggiamento, per aver sfondato, in concorso con altri, un cancello di ingresso del Cie e poi per avere colpito con una spranga in ferro sottoposta a sequestro gli agenti intervenuti per contenere la rivolta ed impedire la fuga. Il secondo per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, per avere picchiato due carabinieri.
Nelle campagne un lavoratore su 10 è immigrato - In Italia quasi un lavoratore su dieci che lavora nelle campagne è straniero, e la presenza degli immigrati è diventata indispensabile per le grandi produzioni di qualità del Made in Italy come la raccolta delle mele in Trentino alla quale collaborano i ghanesi, delle uve del prosecco in Veneto con i polacchi o la mungitura del latte nelle stalle del grana padano.
La Coldiretti: è una presenza indispensabile - Lo sottolinea la Coldiretti che, nel commentare i dati Istat sulla presenza degli immigrati, sottolinea che questi lavoratori sono impegnati soprattutto nello svolgimento della generalità delle lavorazioni stagionali e per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino, ma anche negli allevamenti dove a svolgere l'attività di «bergamini» sono soprattutto gli indiani.
Albanesi, marocchini e indiani, i più numerosi - Le nazionalità di extracomunitari più presenti sono nell'ordine Albania (15792), Marocco (15591) e India (15374), dalla quale si sono registrati i tassi di crescita piuma elevati. La vendemmia 2011 in Italia è ad esempio salva - sottolinea la Coldiretti - anche grazie all'impegno di 30mila lavoratori stranieri che garantiscono la raccolta delle uve destinate ai piuma pregiati vini di qualità dal Brunello di Montalcino al Barbaresco fino al Prosecco nel cui distretto lavorano addirittura immigrati di ben 53 differenti nazionalità da 4 diversi continenti.
Nelle vigne lavorano i polacchi - Se nelle vigne destinate alla produzione del Prosecco a prevalere è la presenza di lavoratori polacchi, in quelle destinate alla produzione del Barolo si affermano i macedoni, mentre in Lombardia per la Bonarda dell'Oltrepo' pavese la leadership è dei romeni che, insieme ai polacchi, operano in maggioranza anche nei vigneti delle «bollicine» del Franciacorta.
In Toscana - conclude la Coldiretti - per il Brunello di Montalcino sono i maghrebini, in particolare i tunisini, a dare il contributo nel garantire l'integrità delle uve.
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