19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
La Politica in TV | RAI

Caso Minzolini in CDA, pressing dell'opposizione per il cambio

Garimberti: «Il Direttore del TG1 dovrebbe tacere». Pende rischio arresto per peculato

ROMA - Calo di ascolti del Tg1, posizione processuale di Augusto Minzolini che nel giro di poche settimane potrebbe essere rinviato a giudizio con l'accusa di peculato (per il caso spese con la carta di credito aziendale). Caso che ritornerà in Cda domani, sollevato dall'opposizione che chiede al Dg Lorenza Lei di portare a breve un provvedimento in Consiglio per un cambio alla guida del Tg1. E sul quale è tornato oggi il Presidente Paolo Garimberti.

In primo piano il calo di ascolti, da tempo nel mirino dell'opposizione in Vigilanza e Cda: si parla di circa 10 punti di share persi questa estate rispetto al 2008 (dal 31 al 22 per cento a giugno, dal 29 al 22 a settembre, diceva ieri sera Paolo Gentiloni, Pd, durante l'audizione di Lei in Vigilanza). Un problema di fronte al quale, ha detto oggi Garimberti, non bisogna «nascondersi dietro un dito» e che la stessa Lei ieri ha ammesso parlando di «flessione». Un problema anche di sostanza, ha chiarito oggi Garimberti, che ha criticato Minzolini per aver definito il Presidente della Vigilanza «di parte», «dovrebbe imparare a tacere».

Più questioni, ha ammesso Lei, che verranno esaminate e sulle quali, attese «le prossime settimane», si faranno le valutazioni del caso. Forse anche in attesa di cosa deciderà il Gip di Roma dopo che ad agosto il Procuratore aggiunto Alberto Caperna ha deciso di non archiviare l'inchiesta sul caso spese con la carta di credito aziendale (86 mila euro spesi con la carta aziendale tra luglio 2009 e ottobre 2010): Minzolini potrebbe quindi andare a processo, con l'accusa di peculato. Decisione che renderebbe difficile, anche per la maggioranza, continuare a difendere il direttore sul quale oggi, per il calo di ascolti, il Pdl fa ancora muro: «È poco corretto e poco opportuno giudicare un telegiornale solo sulla base degli ascolti di singole edizioni e di specifici periodi» e il dibattito sul Tg1 deve essere scevro di «pregiudizi» politici, dice il consigliere di maggioranza Antonio Verro.

Ma domani l'opposizione insisterà perché Lei porti un provvedimento in Consiglio: «se è vero, come ha detto ieri in Vigilanza la dottoressa Lei, che 'basta a Minzolini' non lo può dire solo il direttore generale ma lo devono dire anche i consiglieri» dice Rizzo Nervo, ma solo se sarà il direttore generale a proporlo». Difficile però che il Dg si esponga senza avere prima il consenso di tutta la maggioranza e dunque l'unanimità del Consiglio, argomento su cui Rizzo Nervo ribatte: serve «la maggioranza dei voti dei presenti e non un 'coro' unanime, come hanno dimostrato del resto anche recenti delibere».

Nell'attesa, Minzolini si difende: il calo di ascolti? Per lui meno sconfitte rispetto a quelle del suo predecessore Riotta e soprattutto l'avvento della digitalizzazione. E altri argomenti che è pronto a portare, se chiamato, anche in Cda.