Intercettazioni, superata l'ipotesi di un decreto, Pdl: «Avanti col ddl»
Bersani: «Una nuova legge salva-Premier non è urgente». Anm: «Impedire le pubblicazioni»
ROMA - Tanto rumore per nulla: la Procura di Bari ha depositato gli atti dell'inchiesta sulle escort e le temute intercettazioni delle parole di Silvio Berlusconi su ministri e private cittadine italiane e straniere non sono state trascritte. Sono gli stessi inquirenti baresi ad averlo precisato, facendo sapere in una nota che di centomila conversazioni sono state selezionate solo «quelle ritenute rilevanti ai fini dell'accusa».
Ieri erano stati prima il Quirinale e poi lo stesso ministro della Giustizia Nitto Palma a scartare, secondo le ricostruzioni più accreditate, l'ipotesi di un decreto serale per bloccare immediatamente la pubblicazione degli imbarazzanti conversazioni del premier. Oggi il vicepresidente del Csm Michele Vietti ha ribadito che «non c'è bisogno di ricorrere ad un decreto legge» mentre «ci sono proposte già giacenti in Parlamento da molto tempo e le forze politiche possono, quando lo ritengono, confrontarsi».
Superata la presunta emergenza, però, la riforma resta un obiettivo primario del Pdl, anche perché Berlusconi continua a sentirsi sotto assedio da parte dei magistrati. Oltre all'inchiesta barese, oggi si è riaperto un nuovo fronte, con la decisione del gip di Milano di chiedere a suo carico l'imputazione coatta (cioè contro il parere dei pm) per la vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte pubblicata sul Giornale. E resta da definire il contenzioso sull'invito a comparire della Procura di Napoli in relazione alla presunta estorsione a danno del premier: il Pdl, in una nuova interrogazione sull'inchiesta napoletana, è tornato a chiedere al guardasigilli di mandare gli ispettori a Napoli, denunciando «risvolti giudiziari ed effetti politici gravissimi» dell'indagine.
Intercettazioni, quindi: «Il ddl era lì lì per essere approvato il 29 luglio di un anno fa. E' normale che l'abbiamo ricalendarizzato per fine mese», ha osservato l'azzurro Fabrizio Cicchitto. Ma il leader democratico Pier Luigi Bersani da Berlino ha lanciato un avvertimento: sono «impensabili e inaccettabili interventi d'urgenza ai fini del salvataggio del premier».
L'Anm ha aperto all'istituzione dell'udienza stralcio per cancellare gli atti penalmente irrilevanti ed evitarne così la pubblicazione sui giornali, ma sulle intercettazioni il presidente del sindacato delle toghe Luca Palamara ribadisce che bisogna «impedirne la pubblicazione, non limitare l'uso di questo strumento investigativo importantissimo». Ma il leader dell'Idv Antonio Di Pietro è su posizioni più radicali: «Se il presidente del Consiglio dice ad una persona, nei cui confronti sta per essere spiccato un mandato di cattura: 'stai all'estero e non tornare in Italia', è bene che i cittadini ne siano informati perché devono sapere da chi sono governati». Il tema e i toni usati dai protagonisti preannunciano un nuovo probabile scontro in Parlamento e fuori.
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