25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Il Vicario apostolico di Tripoli: «Gheddafi faccia pace con il suo popolo»

Esilio Gheddafi? No per Frattini, La Russa: «Un'opzione»

Il ministro degli Esteri: «Serve una condanna esemplare». Il Ministro della Difesa: «L'invio di truppe di terra non è all'ordine del giorno»

ROMA - Poche ore dopo l'ultimo messaggio audio di Gheddafi diffuso dalla tv siriana, è ancora giallo su un possibile esilio dell'ex rais libico. Per il ministro della Difesa Ignazio La Russa «da tempo questa è un'opzione possibile, e se poi sarà un'opzione o un fatto concreto lo vedremo».
«L'azione militare dev'essere accompagnata da un'azione politica e un'azione diplomatica, quindi non svelo niente» di nuovo, ha aggiunto La Russa, incontrando i giornalisti a margine dell'inaugurazione della 'Sala 11 Settembre' nella sede dello Stato Maggiore della Difesa, nel primo pomeriggio a Roma.

Un paio d'ore dopo, il collega degli Esteri Franco Frattini è parso più inflessibile: «Gheddafi non ha più nessuna possibilità - ha dichiarato in occasione di un'iniziativa di Sant'Egidio - né di chiedere né di negoziare, deve soltanto consegnarsi pacificamente».
Secondo il titolare della Farnesina il Colonnello dovrà essere giudicato dalla Corte Penale internazionale o comunque «da un tribunale che gli possa celebrare un processo secondo lo stato di diritto, non giustizia sommaria». «Non vogliamo l'impiccagione in piazza - ha sintetizzato Frattini - vogliamo una condanna esemplare per i delitti che ha compiuto».

La Russa: «L'invio di truppe di terra non è all'ordine del giorno» - L'ipotesi di mandare truppe combattenti italiane in Libia «non è e non sarà all'ordine del giorno». Lo ha assicurato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, a margine di una commemorazione degli attentati dell'11 settembre presso la sede dello Stato Maggiore della Difesa.
«E' molto chiaro - ha detto il ministro - che i primi a non immaginare la necessità di truppe di terra per il momento siano i responsabili della nuova Libia, e quindi questo conforta una valutazione che era della Nato ed è sicuramente quella italiana».
«Proseguiremo finché sarà necessario un'azione a sostegno dei civili per assicurare questa fase di transizione - ha proseguito il titolare della Difesa - perché è finito il potere di Gheddafi ma non sono ancora finiti le violenze e il pericolo di danni ai cittadini». «Credo che l'ipotesi di mandare truppe combattenti italiane in Libia sia un'ipotesi che non è e non sarà all'ordine del giorno» ha concluso.

Il Vicario apostolico di Tripoli: «Gheddafi faccia pace con il suo popolo» - «Prego il Signore perché la Libia ritrovi la via della pace. Prego pure per Gheddafi, perché possa trovare la pace e si riconcili con il suo popolo»: lo ha detto all'agenzia Fides mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli, esprimendo la sua preoccupazione per le notizie riportate da diversi organi di stampa, su un possibile reclutamento da parte di Gheddafi di un esercito di mercenari per tentare di riconquistare il potere, o al limite, per impedire al Consiglio di Transizione Libico di governare.
Sulle prospettive future del Paese, Mons. Martinelli aggiunge: «Il problema è di creare un governo per traghettare il Paese verso una situazione più stabile. Vedremo come le diverse componenti della società libica gestiranno questa fase di transizione. Spero con tutto il cuore che i libici possano ritrovare la pace e la riconciliazione».