27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Opposizioni divise

PD: Governo tecnico e larghe intese

Da Vendola un no categorico, Terzo polo: «Ora collaborare sulla crisi». L'Idv chiede le elezioni anticipate

ROMA - L'anticipo della manovra e la riapertura del Parlamento per un'audizione del ministro Giulio Tremonti non sono sufficienti ad affrontare l'emergenza finanziaria che investe l'Italia. Per il Pd la soluzione è un'altra: un governo tecnico sostenuto da un ampio schieramento di forze politiche, guidato da personalità autorevoli e credibili. Una richiesta che divide le opposizioni: da un lato infatti Idv e Sel continuano a chiedere elezioni anticipate, dall'altro il terzo polo si mostra disponibile a collaborare con Berlusconi per approvare nuove misure anticrisi.

Oggi dal Pd si sono espressi per la stessa soluzione il segretario, Pier Luigi Bersani, che il capogruppo Dario Franceschini, il vicesegretario Enrico Letta e anche il leader della minoranza Walter Veltroni. Con accenti diversi hanno espresso la stessa necessità: un governo tecnico, di larghe intese, alla Ciampi, un esecutivo nuovo guidato da personalità autorevoli e credibili è l'unico modo per rassicurare i mercati e fare quelle riforme necessarie per invertire la tendenza italiana ad una bassa crescita e all'aumento progressivo del debito. «Siamo convinti che finchè sta lì Berlusconi, e lo dice il mondo non solo noi, tutto quello che facciamo rischia di durare 15 giorni, un mese e farci tornare da capo», ha spiegato Bersani. «In questo momento» serve «un governo di larghe intese, un governo Super-Ciampi», che «avrebbe molte più chance di fare le riforme», ha detto Letta. Entro agosto introdurre in Costituzione il vincolo di bilancio e dimezzare il numero dei parlamentari fin dalla prossima legislatura. Poi a breve dar vita ad un «nuovo governo» perchè «Berlusconi non ce la fa», un esecutivo «guidato da una personalità», come è stato con Amato e Ciampi, è la ricetta proposta da Veltroni.

Boccia categoricamente questa ipotesi il leader di Sel, Nichi Vendola per il quale «non c'è possibile compromissione con settori di questa destra che possa lenire il dolore di questo paese, che i governi tecnici-istituzionali sono solo una coda avvelenata della storia del trasformismo italiano e che occorre rapidamente interrompere questa stagione malata, chiudere anticipatamente la legislatura, fare come in Spagna».

E mentre il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, tace dopo l'intervento fatto in Aula con la proposta di un armistizio politico per il bene del paese che non vuol dire governo tecnico, oggi si è espressa l'associazione di Luca Cordero di Montezemolo, Italiafutura: «Bene il cambio di passo del governo per fronteggiare la crisi, ma ora bisogna andare avanti scoprendo le carte e mantenendo la direzione di marcia». Per il terzo polo Bendetto Della Vedova assicura «nella discussione parlamentare il massimo della disponibilità nel massimo della chiarezza». «L'anticipo dei saldi al 2013 - ha aggiunto Della Vedova - è positivo. Ma è necessario che, per non deprimere ulteriormente la crescita del Paese, in assenza di altri risparmi questo non si traduca, come prevede la clausola di salvaguardia prevista nella manovra, in un aumento della pressione fiscale di 24 miliardi».

Il Pdl liquida le vellietà del Pd di un nuovo governo tecnico: «Al di là dell'analisi psicologica su Berlusconi - fatta in modo garbato dall'onorevole Veltroni - dice Fabrizio Cicchitto - ci sembra che non sta proprio in piedi la sua ipotesi di una crisi di governo, di un governo di transizione fatto non si sa bene come e da chi». Mentre Maurizio Gasparri ci tiene a sottolineare le divergenze tra le opposizioni: «Nell'affrontare i temi dell'emergenza economica internazionale, il Pdl non può non rilevare un atteggiamento diverso tra le forze di opposizione. Mentre la sinistra fa prevalere su timidi accenni di responsabilità un atteggiamento di opposizione pregiudiziale, Casini ha avuto un linguaggio diverso».