19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Informativa del Governo

Berlusconi: Le opposizioni aiutino ma resto fino al 2013

Il Premier alla Camera: «Anch'io imprenditore in trincea, ora intesa con le parti sociali»

ROMA - Un Paese «economicamente e finanziariamente solido», in cui sistema politico, sistema bancario, famiglie e imprese, sono in grado di fronteggiare la crisi. E' l'Italia descritta da Silvio Berlusconi nel suo intervento alla Camera, accusando i mercati di «non valutare correttamente» la situazione italiana e i suoi «punti di forza». In questo quadro, il premier assicura di voler accogliere l'invito alla coesione del Quirinale, «un monito saggio che faccio mio» e dunque propone alle parti sociali «un'intesa su 4 punti» e chiede all'opposizione contributi cui il governo «non sarà sordo».

Tuttavia, esclude con nettezza qualunque ipotesi di un suo passo indietro: «Abbiamo la maggioranza parlamentare, governeremo», perchè da sempre la migliore arma contro la speculazione «è la stabilità politica». Al suo fianco non c'è però il principale alleato, Umberto Bossi. Ma c'è Giulio Tremonti, che sorride nell'unico momento in cui il premier abbandona il discorso scritto per replicare ai mugugni delle opposizioni: «Sono un imprenditore che ha tre aziende in Borsa, sono anche io nella trincea finanziaria, conscio di quel che accade sui mercati».

Il premier inizia a parlare non appena - alle 17.30 - hanno chiuso i mercati europei. Una scelta fatta per non commettere l'errore di «inseguire i nervosismi dei mercati», per rispondere alla speculazione finanziaria «con fermezza e coerenza». E la risposta è l'elenco dei «punti di forza» dell'Italia, a partire dalle misure adottate dal governo anche se «i mercati non riflettono ancora l'importanza di questi interventi». Del resto, il giudizio dei mercati per il premier «non tiene nel giusto conto la solidità del nostro sistema bancario, la salda posizione patrimoniale delle nostre famiglie e delle nostre imprese, il contenuto debito estero, la prudenza seguita nella politica di bilancio». Cui si aggiunge una manovra considerata «adeguata dalla Ue», che consente di «percorrere più velocemente il sentiero verso il pareggio di bilancio».

Ma ora «è la crescita l'obiettivo essenziale», e per Berlusconi l'attuazione della delega fiscale per un sistema «più favorevole a famiglie e imprese» è passaggio obbligato. Bisogna poi «completare il percorso di riforme», ridurre i costi della politica, migliorare le relazione industriali con lo Statuto dei Lavori. E proprio alle parti sociali, in vista dell'incontro di domani, Berlusconi propone «una collaborazione per la stabilità, la crescita e la coesione sociale che dovrà accompagnare il piano di riforme presentato a Bruxelles». Una vera e propria «intesa tra governo e forze sociali per realizzare una efficace unità di intenti su 4 punti: la manovra, gli investimenti, il ruolo delle banche nei finanziamenti e le relazioni industriali nel settore privato e in quello pubblico».

Quanto al rapporto con le opposizioni, Berlusconi chiede un contributo di «idee e proposte a far emergere ciò che serve al Paese», assicurando che il governo «non sarà sordo». Ma quel che è certo, per il premier, è che il suo governo resterà in sella. Con una risata risponde alla richiesta di Bersani di fare un passo indietro, e già prima aveva assicurato: da qui alla fine della legislatura «il governo farà il governo», perchè «abbiamo la maggioranza parlamentare». E dunque «completerà il percorso di riforme già all'attenzione del Parlamento, rafforzerà sempre di più il rapporto con le parti sociali, e proporrà un'agenda ricca di interventi per sostenere la ripresa». Il governo «è pronto a fare la sua parte, è una sfida difficile, ma la giocheremo, convinti di essere tutti insieme all'altezza di questa sfida».