28 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Nessun segreto sulla casa

Milanese: Da Tremonti solo un rimborso parziale

«Sono innocente: i Deputati giudichino le carte in libertà di coscienza»

ROMA - Marco Milanese, ascoltato ieri dai pm napoletano nell'ambito dell'inchiesta P4 per la quale hanno chiesto alla camera il suo arresto, circoscrive la portata del coinvolgimento del ministro dell'Economia Giulio Tremonti di cui è stato consigliere politico fino all'inizio dell'inchiesta P4, per via dell'uso della sua casa a campo Marzio e dei soldi per questo versati a Milanese.

«Non nasconde nessun segreto. Quella casa - ha detto Milanese intervistato su Repubblica- era rimasta vuota: io sono separato e vivo a casa della mia compagna. Volevo restare io l'affittuario ma 8.500 euro per me erano troppi, ospitare non significa per forza dare a gratis: il ministro Tremonti mi restituiva parte della spesa». Senza, a suo dire, nessun problema di evasione fiscale. «Se anche Tremonti mi avesse fatto un assegno, mica avrei dovuto pagarci un imposta».

Quanto al pranzo con Tremonti e il Procuratore di Roma Capaldo ad indagine napoletana già avviata, Milanese è secco: «all'epoca dell'inchiesta a Napoli io non sapevo ancora nulla» e comunque «parlarono sono il Procuratore e il Ministro: del 'fantasma povertà' che si aggira nel nostro Paese e di autori greci e latini». Mentre «io non parlai proprio, restai in un angolo, praticamente muto».
Più in generale, Milanese ripete quanto messo agli atti nelle ottanta pagine di memoria depositata in Giunta: «Sono innocente, non sono un delinquente. Voglio il processo: dimostrerò che dico il vero. Ai colleghi chiedo solo di leggere le carte e giudicare in coscienza, al di là delle appartenenze politiche».