24 aprile 2024
Aggiornato 16:30
«Adeguare le norme sulla privacy»

Fini: Serve una legge, equilibrare informazione e riservatezza

Il Presidente della Camera: «Fondamentale il ruolo dei poteri sanzionatori del Garante»

ROMA - Il presidente della camera Gianfranco Fini ha lanciato un monito sulla necessità di adeguare le norme sulla privacy per riequilibrare, nell'era di Internet, la libertà di informazione con il diritto alla riservatezza. Parlando a Montecitorio in occasione della presentazione del rapporto annuale al Parlamento dell'Autorità garante della privacy, Fini ha osservato che «la vera questione, come da tempo, in Italia, l'Autorità garante per la protezione dei dati personali ha segnalato nelle sedi competenti, è quella che attiene all'esigenza di 'ricalibrare' (normativamente parlando) l'intera materia per far convivere la libertà a informare e ad essere informati con il diritto alla tutela della riservatezza».

«Sotto questo profilo - ha proseguito Fini - l'esercizio dei poteri sanzionatori, inibitori ed autorizzatori, secondo le singole fattispecie di volta in volta all'esame del Garante, continua a costituire la premessa indispensabile per realizzare la scelta ponderata tra due o più interessi contrapposti, alla luce di quella discrezionalità regolatoria dell'Autorità in mancanza della quale ogni isolata pronuncia (ad esempio, dell'Autorità giudiziaria) sopraggiungerebbe senza la previa adozione di validi criteri uniformi per casi identici o semplicemente analoghi, insuscettibili come tali di essere regolati per legge».

«In tale ottica, ad esempio, è apprezzabile - ha osservato ancora Gianfranco Fini - la tendenza a non aggravare inutilmente i vari procedimenti amministrativi di adempimenti non essenziali alla protezione dell'interesse alla riservatezza e ciò anche soltanto consentendo all'autodisciplina il compito di attuarla, come del resto sempre più spesso avviene nell'attuale esperienza professionale, commerciale ed industriale, ovviamente in prevenzione rispetto ai pur sempre possibili interventi del Garante».

«Si tratta, quindi, di continuare su questa strada, forti soprattutto della convinzione - ha concluso il presidente della Camera - che dall'attenta e costante giurisprudenza dell'Autorità per la protezione dei dati personali potranno discendere nuove ed utili indicazioni per il legislatore, il cui compito, in questo settore, rimane quello di saper 'governare' intelligentemente il rapido processo di evoluzione della realtà tecnologica e sociale».