Lo sfogo anti pm di Berlusconi con Obama
«In Italia c'è la dittatura della sinistra». Domani il Premier a Napoli
DEAUVILLE - Quello che non è dato sapere, purtroppo, è ciò che ha risposto (e soprattutto pensato) Barack Obama. Ciò che gli ha detto Silvio Berlusconi è invece noto, almeno in parte, grazie a una ripresa televisiva: l'ennesimo attacco ai giudici che hanno instaurato una «dittatura» in Italia. E infatti non ci sarebbe quasi niente di straordinario se non fosse per l'interlocutore, che al premier non capita di incontrare proprio tutti i giorni, e per la location: il G8 in corso a Deauville, Normandia.
Succede tra il pranzo e la prima sessione di lavoro. Nonostante la presenza degli altri Grandi, il Cavaliere non ha in agenda nessun bilaterale. Le telecamere a circuito chiuso che rimandano il «bagno di folla» degli altri leader, non lo «intercettano» nemmeno mentre, passeggiando accanto al presidente della Federazione russa Dmitri Medvedev, si sposta da villa Le Cercle al Centre International de Deauville.
La sequenza dell'incontro cercato e trovato con Obama la dice lunga. Primo fotogramma: Berlusconi guarda in direzione del presidente americano. Frame successivo: attraversa la sala e si rivolge al 'suo' fotografo suggerendogli di stare pronto. Terza scena: mano sulla spalla di Barack e 'How are you?'. Convenevoli, l'interprete si avvicina e le telecamere captano la frase. «Noi - dice il premier - abbiamo presentato una riforma della giustizia che per noi è fondamentale, in Italia abbiamo quasi una dittatura dei giudici di sinistra». Quello che il premier tenta di spiegare dopo - sempre per quel che è possibile intercettare via audio - è che su di lui pendono «21 processi» e che ora il governo ha «una nuova maggioranza».
Insomma, nei due minuti di colloquio «strappati» a Obama, i dossier internazionali scompaiono, nessun accenno nemmeno alla primavera araba o alla Libia. Di quello, con ogni probabilità, il numero uno di Washington parlerà domani a Praga con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante il vertice dei 21 capi di Stato dell'Europa centrale. Quel che Silvio Berlusconi vuole spiegare al presidente statunitense è piuttosto che lui non è mica in declino come lo dipingono, 'intonso' sia rispetto alle inchieste, che alla 'botta' elettorale e alla guerra intestina al partito che lui stesso ha fondato. E infatti il presidente del Consiglio rivendica con orgoglio la scelta anche di fronte all'entourage che si interroga e gli sottopone il profluvio di critiche arrivate dall'opposizione. Il premier - viene spiegato - ha rivendicato il suo diritto a difendere anche sulla scena internazionale quell'immagine che, a suo dire, viene costantemente infangata non solo dai giudici ma anche da ciò che raccontano i media e che - ripete - danneggia lui almeno quanto il Paese. Non solo, visto che in cima ai pensieri (e agli sfoghi) del presidente del Consiglio c'è anche l'imminente sentenza per la sentenza d'appello sul Lodo Mondadori con annessa richiesta di un risarcimento di 750 milioni di euro che la società di Berlusconi dovrebbe dare a De Benedetti. E poi ci sono quei boatos che vogliono una ripresa del filone napoletano della P4.
Il Cavaliere insomma proprio non riesce a lasciare a casa i suoi problemi. E pensare che gli tocca anche affrontare i ballottaggi a Napoli e soprattutto a Milano che ormai nel Pdl considerano mission impossible. Domani comunque, dopo aver incontrato i giornalisti in conferenza stampa prima di lasciare il G8, Berlusconi farà presenza sul palco di piazza del Plebiscito a Napoli dove Gigi D'Alessio 'chiuderà' la campagna elettorale per Gianni Lettieri. Per l'occasione il coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino porterà 'in dote' anche i giocatori del Napoli promosso quest'anno in Champion's.