I Grandi del G8 d'accordo: Promuovere crescita e occupazione
I Grandi del mondo, riuniti a Camp David, negli Stati Uniti, per il summit del G8, si sono trovati d'accordo sulla necessità di abbandonare la via del «rigore a tutti i costi» - sostenuta dal cancelliere tedesco, Angela Merkel - per imboccare quella della crescita. Monti «fiducioso»
CAMP DAVID - L'imperativo è promuovere crescita e occupazione. I Grandi del mondo, riuniti a Camp David, negli Stati Uniti, per il summit del G8, si sono trovati d'accordo sulla necessità di abbandonare la via del «rigore a tutti i costi» - sostenuta dal cancelliere tedesco, Angela Merkel - per imboccare quella della crescita.
Una via voluta soprattutto dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che teme le ripercussioni della crisi dell'Eurozona sull'esito delle elezioni del 6 novembre, e dal presidente del Consiglio, Mario Monti, non a caso scelto dal padrone di casa per aprire i lavori della prima sessione di oggi, quella dedicata ai temi economici. I due leader hanno trovato una spalla importante nel nuovo presidente francese, Francois Hollande, sulla stessa «lunghezza d'onda» del presidente del Consiglio.
Già ieri, l'impressione era che i leader avrebbero trovato un accordo per inserire, nel comunicato finale, le parole chiave di questo vertice: crescita e occupazione. E così è stato. Nel testo, poi, si sottolinea che «il consolidamento dell'economia mondiale mostra segnali incoraggianti, ma permangono venti contrari importanti. Noi siamo determinati ad adottare tutte le misure necessarie per rafforzare e rinvigorire le nostre economie». Ma le misure appropriate da adottare, hanno sottolineato, «non sono le stesse per ognuno di noi». I Grandi hanno poi espresso il loro sostegno a una zona euro «forte e unita», che comprenda la Grecia. Per un'Europa forte, serve un'azione corale.
Sul tavolo, per l'Europa, progetti concreti: eurobond, project bond, «golden rule», l'aumento del capitale della banca europea degli investimenti (Bea), ha poi sottolineato Monti, nell'incontro con la stampa italiana. C'è la consapevolezza della necessità di ridurre il deficit e portare avanti un pacchetto di riforme «che speriamo di adottare nel Consiglio europeo di fine giugno» ha detto Monti. Un pacchetto che «non avrà effetti reali nel breve», ma lo avrà «sull'opinione delle forze politiche e del Parlamento», in modo che sia «condivisa la prosecuzione degli sforzi per le riforme» anche nel Paese.
A funzionare, a quanto pare, è stata la politica «al caminetto», come l'ha definita Monti: la volontà di Obama di rendere il G8 un incontro meno formale del solito e la scelta di Camp David per ospitarlo - la residenza presidenziale immersa nel verde, dove i contatti tra i leader possono essere frequenti e informali - ha facilitato la discussione. Non a caso, Monti ha sottolineato la differenza tra questo vertice e quelli europei «ingessati, e non sempre positivi», dichiarandosi «fiducioso» per il nuovo clima, e «l'entrata in gioco» di Hollande.
Una nuova Europa è possibile. E Monti può essere, come auspicato da Obama, il mediatore. A giugno, prima del Consiglio europeo e delle elezioni amministrative francesi, il presidente del Consiglio ospiterà Hollande per un bilaterale; poi, insieme al presidente francese, parteciperà - lo stesso giorno - a un trilaterale con Merkel, per poter «conciliare le posizioni di questi tre Paesi», in modo da dare «un impulso che si estenderà all'intera Unione europea».
«Let's look happy» ha detto sorridendo Obama, al momento della foto di gruppo, scattata davanti all'Aspen Cabin, la residenza del presidente degli Stati Uniti. Una nuova via, fatta di crescita e investimenti, è a portata dell'Europa.