10 dicembre 2024
Aggiornato 12:30
Terremoto a Roma

Arriva il giorno x della leggenda metropolitana

Cresce la psicosi nel totale scetticismo degli scienziati

ROMA - E' oramai arrivato il 'giorno x', quel fatidico 11 maggio nel quale, secondo una fantomatica leggenda nata e volata su Internet, la capitale sarà colpita da un violentissimo terremoto e della città non rimarrà pietra su pietra. E nonostante il totale scetticismo di scienziati la psicosi non sembra arrestata.
Basta infatti digitare su Google le poche e vaghe lettere 'terr' che l'algoritmo genera automaticamente quello che, non solo sulla Rete, è diventato da tempo un tormentone: 'terremoto Roma 2011', tre parole che sul motore di ricerca danno 9 milioni di pagine. Link cliccatissimi da mesi (una pagina anche su Facebook: 'Terremoto a Roma forse'), soprattutto dagli abitanti della capitale, molti dei quali (ma la creduloneria sembra solo una scusa) per mercoledì 11 maggio hanno organizzato una gita fuori porta per non assistere da protagonisti alla devastazione della Città Eterna. La voce messa in giro è questa: il noto ma dimenticato studioso di terremoti Raffaele Bendandi avrebbe previsto per quel giorno un sisma devastante con epicentro proprio a Roma.

Bendandi (1893-1979, nato e morto a Faenza, pianura romagnola, dove però ciclicamente la terra trema e può far paura), da autodidatta si appassiona all'astrofisica e si convince del fatto che sia possibile prevederli conoscendo a priori la posizione di alcuni astri. Nell'ottobre 1914 sul suo taccuino scribacchia quasi per caso una data, '13 gennaio 1915', e un luogo, 'Italia'. Puntuale, quel giorno un terremoto di magnitudo 7.0 devasta la conca del Fucino. Bendandi diventa quasi una celebrità, «l'uomo che prevede i terremoti». Per anni compila pagine e pagine zeppe di calcoli e appunti, non solo sulla Penisola: alcuni eventi previsti con successo, anche se non con precise località. «Tra le date del 2011 non c'è assolutamente quella dell'11 maggio, c'è però l'11 marzo, quando il terremoto ha devastato il Giappone, ma pensiamo che non fosse una previsione, quanto un appunto sulle macchie solari. Abbiamo fatto l'impossibile per capire come e da chi questa bufala metropolitana sia partita, ma non ci siamo riusciti», ha spiegato più e più volte Paola Lagorio, presidente dell'istituzione culturale 'La Bendandiana', che a Faenza gestisce l'osservatorio geofisico comunale 'Raffale Bendandi,

Sarà per l'11 che richiama alla mente la coincidenza di drammatici eventi legati a quel numero (l'attacco alle Torri gemelle, la strage alla stazione stazione Atocha di Madrid, il recente terremoto in Giappone), ma sul web la frottola è corsa veloce, tanto che per far fronte alle troppe richieste di informazioni anche l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e la Protezione civile hanno inserito in primo piano sui propri siti una serie di risposte a domande frequenti sull'argomento. L'Ingv ha messo a punto anche un video su You Tube e un contributo su Freerumble. Secondo l'istituto tra l'altro le teorie di Bendandi non sono attendibili per la previsione di un terremoto: «Le forze causate dai corpi celesti sulla Terra sono piccole rispetto alle forze interne, quelle determinate dallo spostamento delle placche. Inoltre gli allineamenti di pianeti si sono verificati spesso in passato senza che fosse mai trovata una corrispondenza con i grandi terremoti in Italia o nel mondo», dicono.

E il coro degli scienziati è sempre lo stesso: impossibile prevedere terremoti. » Prevedere i terremoti è impossibile allo stato attuale delle cose. Ogni anno abbiamo in Italia oltre 10 mila terremoti registrati dai sismografi, quindi è probabile che domani si sarà qualche piccola scossa nel nostro Paese. Ma questo non significherebbe nulla» sottolinea anche il professor Mauro Dolce, responsabile dell'ufficio rischio sismico e vulcanico della protezione civile. Eppure da giorni i centralini della protezione civile e le caselle di posta elettronica sono intasate da richieste di chiarimenti sulla data di domani. Roma in particolare «non si trova al centro di una zona sismica». E' vero che parte del Colosseo venne giù per una scossa sismica verso il 500 dopo Cristo, ma dall'anno Mille i due terremoti più forti sono stati nel 1349 e nel 1703, entrambi del settimo-ottavo grado della scala Mercalli, con danni lievi/moderati. Per il resto scosse di intensità nulla o molto moderata.

L'11 maggio Roma nulla ha da temere quindi. Con la benedizione degli scienziati e dello stesso Bendandi che però sui suoi appunti ha lasciato altre due date, nelle quali si verificherà un allineamento planetario uguale a quello che ci fu quando si ritiene sia scomparsa la mitica civiltà di Atlantide. Un bel grattacapo, ma non per noi, visto che parliamo degli anni 2521 e 2761.