25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Il «caso Libia» agita la maggioranza

Berlusconi alle 18 al Colle. Camera vota il 3 maggio

Napolitano: «Italia non è in guerra, risponde alla richiesta dell'ONU»

ROMA - Il «caso Libia» agita la maggioranza, muove le strategie dell'opposizione ed è al centro della giornata politica. Nel pomeriggio, alle 18, il premier Silvio Berlusconi salirà al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica e la questione dell'intervento in Libia sarà al centro del colloquio. Il Colle, pur non volendo entrare nella dialettica politica all'interno della maggioranza, è preoccupato dagli effetti di tali e tante fibrillazioni politiche sull'immagine e sul ruolo dell'Italia che con Onu e Nato si è assunta impegni precisi. La Lega, da parte sua, con le parole del ministro Roberto Maroni, in una intervista a Libero, tiene ferma la sua posizione: la linea, dettata da Bossi, non cambia.

NAPOLITANO - Il Capo dello Stato intanto ha ribadito, rispondendo alle critiche che gli sono giunte da Valentino Parlato dalle colonne del Manifesto, che «l'Italia, partecipando alle operazioni contro la Libia sulla base della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, non conduce una guerra nè per offendere la dignità di altri popoli, nè per risolvere controversie internazionali» ma «risponde a una richiesta delle Nazioni Unite».

DUE MOZIONI - Dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio la decisione di votare le mozioni parlamentari sull'intervento il 3 maggio. Al momento sono state depositate due mozioni parlamentari dal Pd e dall'Idv ed è in fieri quella del Terzo polo favorevole ad aumentare «la flessibilità operativa dei velivoli» italiani «con azioni mirate contro specifici obiettivi militari». Il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso della capigruppo, ha sottolineato che valuterà in modo scrupoloso se il voto sulle mozioni non vada a confliggere con il voto già espresso sulla risoluzione dell'Onu.