A Berlusconi non piace la mossa di Bossi: Basta cavalcare la vicenda
Il Premier loda il Colle, mentre il Sottosegretario Letta contatta le opposizioni, ma non basta
ROMA - L'impressione, nel governo, è che Silvio Berlusconi davvero abbia tenuto coperte le carte fino all'ultimo, prendendo in contropiede la Lega e facendo infuriare Umberto Bossi, contrario ai bombardamenti in Libia. Una mossa a sorpresa, tanto a sorpresa da provocare la stizzita replica dei big del Carroccio e da irritare il Cavaliere. Un fastidio crescente che per ora Silvio Berlusconi dissimula, rimandando a un faccia chiarificatore la soluzione del rebus. «Ma sarebbe il caso di non cavalcare oltre la vicenda», si sarebbe lasciato sfuggire il premier.
UNA QUESTIONE DI VOTI - Nei capannelli ministeriali a villa Madama Berlusconi, di fronte ad alcuni dei suoi ministri, avrebbe ricordato la «storica posizione» anti militarista dei leghisti. Provando così, almeno all'apparenza, a ridimensionare la portata dei distinguo padani.
Ma anche pronto ad ammettere, nei colloqui privati, il rischio rappresentato da un Bossi pronto a cavalcare la linea del no alle bombe. «Lo fa per prendere voti», è la convinzione del presidente del Consiglio consegnata ai principali dirigenti pidiellini.
LA MEDIAZIONE DI LETTA - Ora che la frittata è fatta, ora che l'opposizione sembra pronta a reclamare (nonostante il Colle) una verifica parlamentare, non resta che lavorare di ago e filo. Ma potrebbe non bastare ricordare ad alleati e oppositori che Giorgio Napolitano si è espresso a favore, suscitando il plauso convinto del presidente del Consiglio. Così come sembrano non aver sortito effetto i contatti avviati da Gianni Letta con i principali dirigenti dell'opposizione.
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