7 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Su Schengen solo un «falso allarme»

Roma: Parigi resta nostro partner

Obiettivo del summit una lettera congiunta all'UE dei Presidenti Sarkozy e Berlusconi

ROMA - Le diplomazie lavorano per appianare le tensioni e arrivare a «soluzioni comuni e condivise da proporre in sede comunitaria e al Consiglio europeo di giugno» come le ha definite il sottosegretario Alfredo Mantica. In altre parole, il vertice Italia-Francia di martedì prossimo a Roma sarà «l'occasione di sdrammatizzare» i toni del confronto, dopo «alcune posizioni molto drammatizzate dai media»: stando a fonti diplomatiche, l'obiettivo è quello di una lettera congiunta di Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi diretta all'Unione Europea in materia di immigrazione e una dichiarazione comune dei due governi sulla Libia e il Mediterraneo.

Certo, l'immigrazione è un tema che ha troppo peso nelle campagne elettorali perché i politici di governo non forzino i toni del confronto fra Italia e Francia in materia di controllo delle frontiere e flussi umani provenienti dal Nord Africa, soprattutto il presidente Sarkozy alle prese con gli strabilianti indici di consenso del Front National di Marie Le Pen. Per questo, quella che sembrava la minaccia dell'Eliseo di sospendere unilateralmente il trattato di Schengen, poi corretta dalla stessa presidenza francese e da Bruxelles, ha comunque sorpreso le due diplomazie al lavoro in un'atmosfera tutto sommato costruttiva.

«Tutto sommato», se si pensa che soltanto il 17 aprile i francesi avevano deciso unilateralmente di sigillare la frontiera di Ventimiglia per impedire il passaggio di tunisini provenienti dall'Italia. La Francia, si sono affrettati a precisare ieri dall'entourage di Sarkozy, non vuole «rinegoziare il trattato di Schengen né tanto meno abolirlo». Parigi chiede soltanto più tutela: secondo fonti del Nouvel Observateur, la Francia sta riflettendo (anche con la Germania) sulla possibilità di estendere le «clausole di salvaguardia» del trattato sulla libera circolazione per i casi in cui i paesi membri non riescano a controllare le loro frontiere esterne. E questo, si legge sui media francesi, varrà per la gestione delle crisi future non per l'attuale.

Questi sono dettagli che saranno discussi alla riunione dei ministri degli Interni Ue il 12 maggio a Bruxelles, e poi più estesamente al Consiglio europeo del 24 giugno dove sarà presa in esame anche la proposta della Commissione europea che prevede, fra l'altro, una «comunitarizzazione» dello spazio Schengen (per cui l'eventuale ripristino delle frontiere interne, come quello di domenica 17 aprile a Ventimiglia, spetterebbe in futuro alla Commissione e non ai singoli paesi).

Prima però, nell'intenzione degli sherpa, Sarkozy e Berlusconi scriveranno insieme alle istituzioni europee per chiedere una modifica alle regole di Schengen - che d'altronde ha già annunciato di essere disposta a fare la Commissione -; un potenziamento di Frontex, l'agenzia europea per la sorveglianza delle frontiere; e un aiuto concreto a favore dei paesi della sponda sud del Mediterraneo in cambio di una maggiore responsabilizzazione da parte dei loro governi in materia di immigrazione.

Si punta a riaffermare così, suggeriscono le fonti diplomatiche, una «forte partnership sui temi principali di politica estera, sia sul piano multilaterale che bilaterale, anche e soprattutto in Europa». «Il vertice - insistono le fonti - servirà soprattutto a riallinearsi su posizioni comuni dopo le drammatizzazioni mediatiche». La minaccia della sospensione di Schengen, assicurano i diplomatici, è stato «il classico falso allarme: sono cose che in ogni caso si discutono prima con gli altri paesi membri».