19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Libia - emigranti

Berlusconi affronta il pressing della Lega

Riduzionedell'impegno in missioni, no ai bombardamenti nè armi a ribelli

ROMA - Intervento in Libia, sostegno ai ribelli della Cirenaica, disimpegno dalle missioni in Kosovo e in Libano. Ma anche attuazione dell'accordo con la Tunisia e validità dei permessi italiani in tutta Europa. Tutti argomenti affrontati da Silvio Berlusconi nelle riunioni che hanno seguito il Consiglio dei Ministri: prima del gruppo di contatto sull'accordo con Tunisi, poi in una ristretta con Ignazio La Russa, Franco Frattini, Roberto Calderoli e Roberto Maroni.

BOSSI - Perchè a porre la maggior parte delle questioni è stato proprio il partito di Umberto Bossi. Da tempo la Lega chiede di ridurre l'impegno italiano nelle missioni internazionali, e anche in questa occasione il premier ha preferito prendere tempo. Anche perchè per uscire definitivamente servirebbe un passaggio parlamentare. A placare la Lega, però, Berlusconi ha ricordato la graduale riduzione del contingente in Libano («Si dovrà pensare ad una sensibile riduzione dei nostri militari e penso che poco più di mille è il numero giusto», aveva detto pochi giorni fa anche La Russa) e quella contemporanea del contingente in Kosovo.

BOMBARDAMENTI E ARMI AI RIBELLI - Altro tema spinoso dei rapporti nel governo, la partecipazione ai bombardamenti in Libia e le armi ai ribelli, con la Lega a frenare in entrambi i casi. Sul primo punto, Berlusconi ha dato ragione al Carroccio, ricordando il passato coloniale ma anche quello più recente: Gli abbiamo chiesto scusa, abbiamo firmato un trattato di amicizia, ora non possiamo bombardare. Quanto alle armi, pochi giorni fa Bossi aveva espresso chiaramente il suo veto («Serve prima un governo democratico». E così l'accordo raggiunto oggi è che l'Italia non darà «armi offensive», ma si limiterà a fornire «tecnologia avanzata di difesa», ovvero sistemi di comunicazioni e radar. L'Italia intende dunque rimanere aperto il dialogo con il Cnt libico (Consiglio nazionale di Transizione) e l'incontro con il leader Mustafa Abdel Jalil, spiegano fonti governative, è stato rinviato per motivi logistici non politici, dal momento che Jalil avrà un vertice in Qatar a inizio settimana.

ACCORDO CON LA TUNISIA - Ultimo punto, l'attuazione dell'accordo con la Tunisia, soprattutto per quel che riguarda la validità dei permessi temporanei italiani nell'area Schengen. Berlusconi avrebbe sottolineato l'appoggio della Commissione Ue e del presidente Josè Barroso. E si è detto fiducioso di riuscire a convincere il presidente francese Nicolas Sarkozy nel vertice previsto per il 26 febbraio. Un quadro che consiglia, avrebbe concluso Berlusconi, l'assunzione di toni più concilianti verso Bruxelles.