19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Crisi libica

Raid Nato a Brega. Frattini: Gheddafi fa stragi

Il leader libico negozia ma non intende lasciare

TRIPOLI - Muammar Gheddafi cerca una soluzione diplomatica al conflitto in corso, ma non intende lasciare la guida del Paese per evitare che diventi un nuovo Iraq o una nuova Somalia. Da Roma il ministro degli esteri Frattini accusa e fa mea culpa. Abbiamo sbagliato, dice, a sostenere un dittatore come Gheddafi che continua a «fare stragi» nelle città. Intanto, l'aviazione Nato ha ripreso i suoi raid a sostegno degli insorti entrando in azione a Brega mentre la stampa britannica riferisce infine l'inquietante notizia che armi del regime potrebbero essere finite nelle mani di Al Qaida.

Da Roma, il ministro degli Esteri Franco Frattini accusa: «Gheddafi sta facendo strage nelle città»: ...Il riconoscimento degli insorti» da parte dell'Italia - ha aggiunto - ha come obiettivo quello di sostenere «il grande anelito di libertà in Libia». Frattini ha quindi aggiunto:L'Italia, come il resto dell'Europa, ha sbagliato nel ricercare per anni «partenariati di convenienza» con i regimi del mondo arabo, quello libico in testa, dove i principi di libertà e democrazia sono sacrificati e vi sono vere e proprie dittature.

Sul piano diplomatico, il regime tratta ma Gheddafi non rinuncia al suo ruolo di «guida». Il leader libico è comparso ieri tra la folla nella sua residenza-bunker di Tripoli, Bab al-Aziziya, per la prima volta dopo la sua ultima apparizione pubblica del 22 marzo scorso. Da parte sua, il portavoce del governo Mussa Ibrahim ha commentato con la stampa la missione diplomatica in Turchia, Grecia e Malta di un emissario di Gheddafi, sottolineando che «il capo non ha alcun incarico ufficiale da cui dimettersi. Ha un valore simbolico per il popolo libico...Pensiamo sia molto importante che sia lui a guidare qualsiasi transizione verso un modello democratico e trasparente. ».

La crisi libica - rivela infine il Telegraph - avrebbe permesso ai terroristi di al Qaida di entrare in possesso delle armi del regime di Muammar Gheddafi. Stando a quanto denunciato da un funzionario algerino otto furgoncini Toyota hanno lasciato la Libia raggiungendo i campi di al Qaida nel nord del Mali.La scorsa settimana, il comandante della Nato in Europa, l'ammiraglio James Stavridis, ha riferito di infiltrazioni terroristiche in Libia, tenute sotto stretta sorveglianza dall'Alleanza. «