25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Crisi libica

L'Italia riconosce il Consiglio nazionale transitorio

Frattini ha anche aperto alla possibilità di fornire di armi ai ribelli che dicono no ad un Governo di transizione con Saif

ROMA - «L'Italia - ha annunciato il ministro degli esteri Frattini al termine di un colloquio con il responsabile esteri dell'amministrazione provvisoria di Bengasi, Ali al Isawi - riconosce il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi come unico interlocutore legittimo e rappresentante del popolo libico». Frattini ha anche aperto alla possibilità di fornire di armi i ribelli e al Isawi, dal canto suo, ha ribadito come questa opzione sia consentita dalla risoluzione 1973 degli stati Uniti. Sul fronte diplomatico, el frattempo, i combattenti dell'opposizione contro il regime di Muammar Gheddafi respingono l'idea di una fase di transizione politica guidata da uno dei figli del colonnello. Lo stesso al Isawi, da Roma, ha ricordato che anche i figli di Gheddafi stanno partecipando alla repressione.

Il New York Times, ha riferito oggi che Saif e Saadi Gheddafi hanno avanzato una proposta per favorire la risoluzione del conflitto libico e la transizione democratica del Paese che potrebbe comportare il ritiro dalla scena del padre, il colonnello Muammar Gheddafi. La transizione sarebbe guidata dallo stesso Saif al Islam, stando alla trattativa avviata dai due fratelli Gheddafi con i governi occidentali, a cui fa riferimento il quotidiano newyorkese, citando fonti diplomatiche.
Subisce così una battuta d'arresto il tentativo di negoziato voluto dalla Libia ma il viceministro agli Esteri libico, Abdelati Obeidi, che ieri ha incontrato ad Atene il premier greco Georges Papandreou, prosegue il suo giro di consultazioni. Oggi sarà in Turchia, quindi proseguirà per Malta.

Sul fronte umanitario, ieri una nave di Medici senza frontiere ha raggiunto la città di Misurata, situata a circa 200 chilometri a est di Tripoli, sotto assedio da settimane da parte delle forze di Gheddafi. L'ong ha caricato a bordo 60 feriti, attesi oggi in Tunisia. Sempre ieri, una nave turca è arrivata a Bengasi con a bordo 250 persone ferite a Misurata. Caccia delle forze Nato e una nave da guerra turca hanno inoltre partecipato a un'operazione condotta da Ankara per evacuare 460 rifugiati dalla Libia su una nave ospedale.