3 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Fini convoca l’ufficio di Presidenza della Camera

La rissa a Montecitorio diventa un caso istituzionale

Non sono bastate le scuse in serata di La Russa a chiudere il caso

ROMA - Sul tavolo dell’ufficio di Presidenza il lancio di monetine sul portone di Montecitorio al ministro Ignazio La Russa e alla sottosegretario Daniela Santanchè, definita dal coordinatore del Pdl «aggressione preorganizzata di cui l'opposizione è complice» insieme agli incidenti e agli insulti fra lo stesso La Russa e lo stesso Presidente della Camera, con tanto di «vaffa» all'indirizzo di quest'ultimo. Non sono bastate le scuse in serata di La Russa a Fini a chiudere il caso: «è una questione istituzionale, non personale», ha dato il Presidente della Camera.

CONVOCATO L’UFFICIO DI PRESIDENZA - E’ convocata per la mattinata di oggi la riunione dell'ufficio di Presidenza della Camera. E’ chiamata ad una prima valutazione, insieme ai questori, sulla bagarre nell'aula e in piazza a Montecitorio dopo il blitz con cui la maggioranza ha decretato «il sorpasso» nei lavori parlamentari della legge sul processo breve che accorcia la prescrizione agli incensurati rispetto alla legge comunitaria all'esame dei deputati.

LANCIO DI MONETINE VERSO LA RUSSA E LA SANTANCHE’ - Le opposizioni e il movimento dei viola avevano dato nel pomeriggio appuntamento ai cittadini per un sit in davanti al Parlamento a cui si sono presentate centinaia di persone; politici e gente comune. Che, al coro di 'ladri', 'buffoni', 'amici dei mafiosi', sono anche riuscite a bypassare le transenne che abitualmente separano l'ingresso della Camera dalla parte di piazza riservata alle manifestazioni e si è sfiorata la rissa con il ministro La Russa che stava uscendo dal portone.

LO SCONTRO SI SPOSTA NELL’AULA DELLA CAMERA - Il ministro, sfiorata la rissa, ha invece rapidamente girato i tacchi, rientrando in aula per prendere la parola e dire lì la sua. Ovvero un duro attacco a contestari e opposizioni parlamentari - fra i boatos dai seggi della minoranza- accusando queste ultime di essere «complici di aggressioni premeditate ora anche alle porte del Parlamento al Governo come quelle già organizzate contro Berlusconi».

PARTE L’INSULTO ALL’INDIRIZZO DI FINI - Nel tentativo di richiamare La Russa alla calma e a un diverso linguaggio, il Presidente della Camera Gianfranco Fini è stato raggiunto da un «vaffa...» da parte del ministro, a lungo suo compagno di partito in An e nel Pdl. «Non le permetto di insultare la presidenza della Camera», ha tuonato Fini mentre in aula si è scatenato un putiferio che ha portato alla sospensione della seduta. Decretata la quale, assicurano diversi parlamentari, anche Fini non le la risparmiate a La Russa: «Curatelo, fatelo curare» ha detto rivolto verso i banchi della maggioranza.

SUL PROCESSO BREVE SI REPLICA OGGI - Impossibile proseguire i lavori parlamentari: sulla prescrizione breve rinviato tutto a oggi. Intanto, Bersani, Bindi, dipietristi e viola hanno continuato a protestare con forza contro «la legge vergogna». «Perchè è una vergogna -ha detto Bersani- un Parlamento piegato ai voleri del Premier» e «se La Russa mette un orecchio al Paese, si accorgerà che è la gente a non poterne più». Per questo «occorre un fronte unico delle opposizioni per evitare lo sfregio della Costituzione».