19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Giustizia

I Laici del Pdl a Vietti: No a confronto critico Csm-Camera

Irrituale riunire la commissione, no al parere sulla responsabilità civile

ROMA - I membri 'laici' (in quota Pdl) del Consiglio superiore della magistratura si ribellano alla convocazione urgente della sesta commissione per discutere un parere sulla riforma della responsabilità civile dei giudici, norma inserita nella legge comunitaria attualmente all'esame della Camera. In una lettera inviata al vicepresidente del Csm Michele Vietti e al presidente della sesta commissione Vittorio Borraccetti ('togato' di Md) i consiglieri Annibale Marini, Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Nicolò Zanon hanno stigmatizzato la convocazione 'straordinaria e urgente' della commissione «palesemente finalizzata ad incidere - con un giudizio prevedibilmente demolitorio - sugli esiti di un dibattito parlamentare, appena iniziato, su un emendamento a un disegno di legge presentato nella sede istituzionalmente a ciò preposta».

Secondo i quattro consiglieri del centrodestra «non spetta al Consiglio discutere le proposte di legge all'esame del Parlamento né dare su di esse pareri senza che questi siano richiesti dal ministro della Giustizia». Marini, Palumbo, Romano e Zanon «sottolineano comunque - si legge ancora nella lettera - la doppia anomalia del caso in questione, in cui non solo non vi è stata richiesta da parte ministeriale, ma l'intento è quello di instaurare direttamente un irrituale confronto critico con le Camere, mentre è in atto il procedimento legislativo».

Infine «osservano in via preventiva che non sarebbe nemmeno possibile, alla commissione, spingersi fino a sostenere nell'emendamento l'esistenza di vizi di legittimità costituzionale, poiché ciò comporterebbe grave lesione alle prerogative sia del Capo dello Stato, chiamato a valutare, in sede di promulgazione delle leggi, la presenza di eventuali manifesti vizi di costituzionalità, sia della Corte costituzionale, competente a pronunciarsi sulle questioni di legittimità costituzionale».