16 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Crisi libica

Bersani non vuole il cerino della guerra: Ora azione diplomatica

Il leader dei Democratici: «Intervento per fermare i massacri, poi...»

ROMA - Il Pd sostiene l'azione militare in Libia, anche nel voto in Parlamento i democratici non hanno battuto ciglio, a parte qualche defezione a titolo personale per motivi di coscienza, ma Pier Luigi Bersani non vuole nemmeno correre il rischio che, agli occhi dell'opinione pubblica, il suo diventi il partito con l'elmetto e non è un caso che oggi abbia in due occasioni sottolineato che l'intervento serve solo a «fermare i massacri» e che è necessario avviare una nuova azione diplomatica per la soluzione della crisi. La questione era già chiara ai leader democratici da qualche giorno e le ultime mosse del Governo, dalla polemica con la Francia alla mediazione invocata oggi da Silvio Berlusconi, hanno convinto Bersani a fare qualche puntualizzazione.

SONDAGGI CONTRARI - Del resto, i sondaggi pubblicati che circolano dimostrano lo scarso entusiasmo degli italiani per l'intervento militare e Bersani lo sa bene. Così come gli è chiaro, avendo incontrato tutti i parlamentari Pd, che tra cattolici e area sinistra del partito sono in molti ad avere perplessità di principio sui bombardamenti. Giuseppe Fioroni da giorni mette in guardia sui rischi di un pantano e sull'assenza di una strategia per il 'dopo'; Rosy Bindi, durante il coordinamento di ieri, aveva perorato la causa dei parlamentari 'pacifisti' chiedendo di rispettare i voti di coscienza. E lo stesso Bersani non ha nessuna intenzione di passare per neo-militarista.

DIPLOMAZIA - Un rischio accentuato dalla campagna contro l'intervento portata avanti dai giornali di area berlusconiana, riecheggiata anche dal Tg1 e da trasmissioni come Porta a Porta. Ecco perché Bersani ha oggi fissato chiaramente dei paletti: ok all'intervento, ma solo per fermare i «massacri dei civili». Poi, per chiudere la crisi bisogna affidarsi alla politica e alla diplomazia, e «Gheddafi non può essere l'interlocutore». Linea ribadita da tutti ieri al 'coordinamento'. «Noi non siamo bellicisti - ha avvertito il segretario democratico - accettiamo di andare lì per evitare dei massacri, resto non si risolve con le armi, ma con la politica e con la diplomazia».
D'altro canto, il Pd sa bene che il capo dello Stato ha chiesto a tutti la massima responsabilità e, comunque, di fronte ad un'azione sancita da una risoluzione Onu e inizialmente non ostacolata dalla Lega araba non si può certo esitare. Ecco perché Bersani ha precisato: «Il Pd ha una linea chiara, il ruolo dell'Italia è nei limiti della risoluzione Onu: fermare i massacri. Da lì in poi serve un'azione diplomatica che non può avere come interlocutore Gheddafi».