28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Crisi libica

Berlusconi: Il baciamano fu una guasconata, io resto amico dei libici

Il Presidente del Consiglio: «Spero che i paesi in rivolta non finiscano nelle mani dell'estremismo islamico»

ROMA - «Ho un forte carattere guascone, che qualche volta mi porta in modo spontaneo a comportamenti non strettamente conformi alla forma». Lo ha detto il Premier Silvio Berlusconi in una intervista alla rivista Gente, liquidando con una battuta il suo baciamano a Muammar Gheddafi che tanto ha fatto discutere nel mondo.
«Non nego - ha detto ancora Berlusconi dopo la condanna anche italiana del regime di Gheddafi - di essere stato amico del popolo libico e lo sono ancora. La violenza va sempre condannata, ancor più se nei confronti del proprio popolo».

Quanto all'evoluzione della guerra civile dall'altra parte del Mediterraneo, «non ci resta che guardare gli sviluppi futuri, sperando che i Paesi del Mediterraneo non cadano nella mani dell'estremismo islamico ma siano capaci - ha detto Berlusconi- di impiantare le fondamenta solide di regimi pienamente democratici».

Infine, l'emergenza immigrazione. «Essere italiani - ha sottolineato il Presidente del Consiglio - significa avere nel dna anche la cultura dell'accoglienza. L'Italia non vuole scaricare il problema sugli Stati amici. Seguiamo con estrema attenzione l'evolversi di questa emergenza per la quale auspichiamo un'assunzione di responsabilità concreta da parte dell'Unione Europea».