27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Riforma della Giustizia

PD: Dialoghiamo solo se Alfano cambia priorità della sua riforma

Il responsabile PD Orlando: «Pronti a un tavolo se lo fa ma no a revisione della Carta Costituzionale»

ROMA - No a una riforma costituzionale della Giustizia, sì a una riforma bipartisan della giustizia che abbia come priorità «un'agenda di priorità diversa» da quella prospetta finora dal Guardasigilli Angelino Alfano. E' l'ultima offerta del Pd al Governo, in zona Cesarini, per un confronto per una riforma bipartisan della giustizia.

DIFFIDENZA - «Abbiamo - ha detto al Riformista il responsabile giustizia del Pd Andrea Orlando - molta diffidenza. Gli obbiettivi del Governo, mai nascosti dalla maggioranza, non sembrano dettati dalle tante disfunzioni della giustizia ma dall'urgenza di ridurre i poteri a chi ha disturbato il loro capo, cioè Berlusconi». E dunque «il Guardasigilli riveda i titoli della sua riforma e poi se ne parla: il Pd può mettersi a discutere di giustizia con il Governo soltanto se Alfano rivede le priorità dell'agenda», confermando la «assoluta contrarietà» ad una riforma di rango costituzionale.

STATI GENERALI DELLA GIUSTIZIA - «Per misurare la distanza fra quello che il Governo sta facendo e la realtà della Giustizia - ha detto ancora il responsabile giustizia del Pd- c'è un solo modo: Alfano metta tutti intorno ad un tavolo: avvocati, magistrati, giudici onorari, sindacati. Convochi gli stati generali della giustizia, insomma». Così facendo non potrà, a giudizio di Orlando, non prendere atto che dall'organizzazione degli uffici giudiziari all'assistenza informatica, dal malfunzionamento della giustizia civile alla farraginosità del processo penale, alla necessità di fare un censimento serio sulle garanzie per tutti gli imputati ed alla trasparenza dell'azione penale che deve restare obbligatoria, queste sono le priorità da affrontare». Così come «prima di parlare di riforma della giustizia, tutti i garantisti dovrebbero impegnarsi a discutere delle condizioni disumane delle carceri italiane, Ma su queste questioni grandi dibattiti non ce ne sono stati...».