25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Cso Ruby

Pdl-Lega: Camera sollevi conflitto con Pm. Opposizioni: Abuso

Frattini: «Fini lasci esprimere l'aula». Di Pietro: «E' Nord Africa». Franceschini: «E' l'ultimo di una serie infinita di abusi»

ROMA - In attesa della prima udienza, fissata per il 6 aprile, del processo per il caso Ruby nel quale Silvio Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile, il conflitto legale fra il presidente del Consiglio e i magistrati milanesi è tornato in scena oggi alla Camera. I capigruppo di maggioranza (Fabrizio Cicchitto del Pdl, Marco Reguzzoni della Lega e Luciano Sardelli dei Responsabili) hanno scritto al presidente della Camera Gianfranco Fini per chiedere che Montecitorio sollevi il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro la Procura e il gip di Milano per il rinvio a giudizio del premier. La proposta ha riacceso la polemica fra centrodestra e opposizioni: se da un lato il ministro degli Esteri Franco Frattini ha avvertito Fini che dovrà consentire al Parlamento di esprimersi, il Pd ha parlato di «ennesimo abuso».

Frattini ha ricordato a Fini che «ha il dovere istituzionale, al di là del ruolo di capo di un partito che ricopre, di ascoltare gruppi parlamentari e se ci sono le condizioni di dare al parlamento la possibilità di decidere». Insomma, il presidente della Camera non può stoppare la richiesta in ufficio di presidenza, dove la maggioranza però al momento non ha i numeri per imporre decisioni.

Al di là della querelle regolamentare, però, lo scontro è politico: per Dario Franceschini (Pd) la mossa della maggioranza «è l'ultimo di una serie infinita di abusi» di una coalizione che non si preoccupa «di portare in Aula provvedimenti che riguardano gli italiani» ma solo di «bloccare i processi del premier». Mentre secondo Antonio Di Pietro «non spetta alle Camere individuare la competenza territoriale o funzionale del giudice naturale che deve giudicare Berlusconi. Eventuali eccezioni andavano e vanno proposte in sede giurisdizionale e, in ultima analisi, in Corte di Cassazione e non certo trasformando la Camera dei Deputati in un giudice che giudica i giudici». Il leader dell'Idv ha espresso «amarezza nel vedere come parlamentari e istituzioni siano sempre più succubi e asserviti a un regime che si sta via via spostando sul modello nordafricano».