28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Giustizia

Violante: Si può discutere d'immunità, ma in clima diverso

L'esponente del PD: «Sono d'accordo con Berlusconi, punire chi dà intercettazioni alla stampa»

ROMA - Luciano Violante apre all'ipotesi di reintrodurre l'immunità parlamentare, ma precisa che di ciò si può discutere «in un clima diverso». «Per ora - precisa l'esponente Pd intervistato da Affaritaliani.it - non ci sono assolutamente le condizioni. Ma in un clima diverso si potrebbe affrontare la questione. Penso a un'immunità a tempo per una sola legislatura e votata con la maggioranza di due terzi o della Camera o del Senato a seconda dell'appartenenza del parlamentare».

Violante è dell'avviso che ci siano «riforme costituzionali serie e urgenti che premono da anni, sulle quali tutti quanti dicono di essere d'accordo e non si capisce bene perché non si fanno». «Per esempio - spiega - la riduzione del numero dei parlamentari, la costituzione del Senato federale come complemento necessario del federalismo: non capisco perché nemmeno la Lega su questo non insista. Poi c'è la questione dell'aumento dei poteri del governo in Parlamento e l'aumento dei poteri di controllo dell'Aula sull'esecutivo. Sono cose essenziali che darebbero maggiore snellezza e servirebbero al Paese. Di questo non si parla».

Quanto alla prossima riforma della giustizia, che dovrebbe essere varata nei prossimi giorni da un Consiglio dei ministri straordinario, Violante spiega di approvare «la costituzione di un'Alta Corte disciplinare per tutte le magistrature, non solo per quelli ordinaria, che tolga agli organi di autogoverno della magistratura il potere disciplinare». E si dice «d'accordo sulla limitazione della pubblicazioni delle intercettazioni, trovando un punto di equilibrio tra il diritto del giornalista ad informare e il diritto dei cittadini a conoscere per poter controllare chi esercita poteri così rilevanti». «Con Berlusconi sono d'accordo su una cosa: è giusto punire severamente di chi consegna le intercettazioni ai giornalisti. Anche perché il giornalista peggiore è chi non pubblica le notizie e non chi non lo fa», conclude.