19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Giustizia

Donatella Ferranti: dal mondo dei Tribunali un fermo «no» al processo breve

Per l'esponente del Pd ci sarebbero a rischio miglia di processi e la stessa funzione della Giustizia

ROMA - «Anche oggi autorevoli presidenti di Corte d'appello e Procuratori generali hanno rappresentato con fermezza e cognizione diretta tutte le criticità e gli effetti devastanti che potrebbero derivare dall'entrata in vigore del cosiddetto processo breve. Le critiche non si sono concentrate solo sulla norma transitoria ma proprio sull'impianto del provvedimento». Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, a seguito delle audizioni sul processo breve.

SI METTEREBBERO IN LIBERTA’ IMPUTATI DI REATI GRAVI - «A rischio - prosegue - ci sono migliaia di processi, sia in primo grado che in appello, ciò vuol dire che si farà carta straccia del diritto al processo delle vittime e degli imputati e del diritto-dovere dello stato di accertare le responsabilità penali. Portare avanti questo progetto è un atto irresponsabile: per estinguere i processi del premier si rimetterebbero in libertà imputati accusati di gravi reati, con buona pace dei diritti delle vittime, vanificando l'azione dello stato contro la corruzione e realizzando un'impropria amnistia e un' irrazionale, perché casuale, depenalizzazione anche di reati molto gravi».