D'Alema: «Berlusconi ha fallito come imprenditore e uomo immagine»

ROMA - «Berlusconi è il passato. Un passato che non vuole uscire di scena, ma pur sempre un passato. È un uomo con la morale sotto i tacchi. Continua a fare promesse ma dovrebbe fare bilanci». Lo dice Massimo D'Alema, in una intervista al settimanale Oggi. «Berlusconi ha fallito e, anche a voler tralasciare il curriculum giudiziario, che riempirebbe l'Enciclopedia Britannica, va detto che ha fallito nei suoi due campi: quello di imprenditore e di uomo immagine - insiste il presidente del Copasir -. Da imprenditore ha inflitto al Paese tre piaghe: la crescita zero, l'aumento delle tasse, l'impennata della spesa pubblica. Quanto all'immagine? Time ha messo 'bunga bunga' tra le dieci parole dell'anno».

«Berlusconi è un formidabile combattente, cerca di resistere. Sono quelli che gli danno retta a lasciarmi senza fiato - osserva D'Alema -. Parlo dei 315 deputati della Repubblica che hanno votato un documento in cui c'è scritto che il premier, nella sua veste di capo del governo, ha dovuto intervenire per evitare un incidente diplomatico perché la nipote di Mubarak era ostaggio della Questura di Milano. Quella votazione è il punto più basso della storia del Parlamento italiano. Quei 315 mi fanno paura perché hanno perso il rispetto di sé. Tra l'altro, rendono un pessimo servizio a Berlusconi: lo fanno passare per un credulone oltre ogni limite».
E a chi gli ricorda una sua famosa frase Umanamente, Berlusconi mi è proprio simpatico, replica: «Sì, l'ho detta. È una frase che, dopo gli ultimi avvenimenti, sottoporrei a una seria revisione critica».