25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
l'intervento del presidente della corte costituzionale

«Giudici non imparziali? Offensivo»

De Siervo: «Chi giudica partigiane le nostre decisioni denigra l'istituzione e ci offende personalmente»

ROMA - Il presidente della Corte costituzionale, Ugo de Siervo, difende ruolo e prerogative dai costanti attacchi a cui la Consulta è sottoposta dal mondo della politica. «Le decisioni che vengono adottate dalla Corte Costituzionale, all'unanimità o con maggioranze che sono di volta in volta diverse, rappresentano - dice concludendo la relazione annuale - il punto di arrivo di un organo sicuramente imparziale.
Asserire il contrario - dice De Siervo - è denigratorio per la Corte costituzionale e gravemente offensivo per ciascuno di noi».

I GIUDICI SONO IMPARZIALI - Non solo: per De Siervo sono «valutazioni del tutto infondate» quelle secondo cui i giudici costituzionali «deciderebbero in base a loro asserite appartenenze politiche». Per questo, De Siervo ricorda che «i giudici costituzionali sono appositamente scelti da organi diversi, ed entro categorie professionali particolarmente qualificate, in modo da garantire la loro più larga indipendenza di giudizio».

E’ GIUSTO CELEBRARE IL 150° DELL’UNITA’ D’ITALIA - «In un contesto difficile, ma nel quale opportunamente si celebrano i centocinquant'anni di vita unitaria del nostro Stato, posso garantire che la Corte cercherà di continuare a dare il proprio concreto contributo all'unità sostanziale del nostro Paese», ha precisato.

SIAMO IL BALUARDO DELLA COSTITUZIONE - Infine, proprio per sottolineare ancora di più il ruolo della Corte, De Siervo cita il Guardasigilli Adone Zoli, il quale diceva che i giudici costituzionali «sono quindici persone alle quali è affidato l'avvenire del nostro Paese, perchè nella tutela della Costituzione è l'avvenire pacifico del nostro Paese».
Il presidente della Corte costituzionale, Ugo de Siervo, denuncia una «accentuata difficoltà del sistema di produzione di fonti normative», il fatto che si è «radicalmente spostato - dice durante l'annuale incontro con la stampa - l'asse di produzione normativa dal Parlamento al governo» e, infine, che c'è una «notevole diffusione di interventi legislativi parziali, per non dire provvisori». Tutto ciò «pesa non poco su chi deve giudicare della legittimità costituzionale delle leggi».

IN AUMENTO IL CONTENZIOSO STATO-REGIONI - Ugo de Siervo, segnala inoltre l'aumento «della conflittualità fra Stato e Regioni». «Le carenze del nuovo titolo V e la sua mancata integrazione da parte del sistema politico nazionale - dice De Siervo - hanno prodotto molti problemi per la Corte Costituzionale». Un problema che «si è ulteriormente sviluppato nel 2010» e per il quale «il futuro non lascia sperare meglio, a giudicare che solo quest'anno sono pervenuti alla Corte 123 ricorsi».

LA CRISI ECONOMICA OSTACOLA IL LAVORO DELLA CORTEI - Secondo il presidente della Corte Costituzionale, Ugo de Siervo, si registra «una drastica diminuzione dell'arretrato, ormai ridotto a livelli del tutto fisiologici» al lavoro della Consulta. Il presidente ha voluto anche rilevare i «tempi brevi», ossia «meno di un anno», in cui «la Corte ha adempiuto al suo compito di giudicare su questioni che pure spesso sono complesse».
De Siervo ha poi sottolineato la «buona organizzazione amministrativa di cui la Corte ne dispone» nonchè «di forte e continuo lavoro dei giudici». Sull'attività della Corte pesano «non poco», ha rilevato De Siervo, «i problemi connessi ai non facili contesti entro cui siamo chiamati ad operare», quale «la grave crisi finanziaria ed economica».