La sfida della Lega sulle commissioni: Maggioranza certa o stacchiamo la spina
Vertice a Arcore: Obiettivo unico riforme. Mercoledì Bossi al Colle
ROMA - Dopo mesi di 'pallottoliere' sui numeri della Camera, la battaglia si sposta sulle commissioni: la Bicamerale per il federalismo prima di tutto, e poi le altre a partire dalla fondamentale Bilancio della Camera dove il pareggio 24 a 24 può paralizzare tutta l'attività di governo. La Lega mette in guardia: «Il nostro obiettivo sono le riforme», ma per riuscirci serve appunto la maggioranza in tutte le commissioni. Altrimenti, «se siamo di fronte a oggettiva impossibilità, tanto vale staccare la spina», spiega Roberto Calderoli.
Ovviamente solo dopo aver portato a casa il federalismo fiscale: «Servono ancora due mesi», fa i conti Calderoli. Che spiega anche tra le righe il 'no' all'offerta delle opposizioni: fate cadere il governo e avrete il federalismo. Per il ministro della Semplificazione, invece, andare avanti col governo Berlusconi è la via più rapida per vincere la madre di tutte le battaglie leghiste: «Ragionevolmente, tra il federalismo municipale, e il successivo, l'autonomia impositiva di Regioni e Province, in un paio di mesi si potrà avere un quadro generale».
Tra due mesi, dunque, è l'avvertimento della Lega, il Carroccio farà il punto della situazione: senza i numeri nelle commissioni e dunque senza la possibilità di fare le riforme, meglio chiuderla qui. Un ragionamento che con ogni probabilità i vertici del Carroccio hanno svolto in serata al vertice di Arcore con Silvio Berlusconi e che Umberto Bossi riprenderà mercoledì con il Capo dello Stato, quando si terrà l'incontro con Giorgio Napolitano, organizzato dopo lo stop del Presidente della Repubblica al decreto legislativo sul fisco comunale. In quella sede è possibile che il leader della Lega, accompagnato dal fido ministro per la Semplificazione, spinga sulla necessità di cogliere l'ultima occasione per una «legislatura costituente», che completi il federalismo fiscale e poi affronti la riforma istituzionale e la legge elettorale. Sperando magari nella moral suasion del Colle sui Presidenti delle Camere che dovranno sbrogliare la complicata matassa ingarbugliatasi con la nascita di Fli e il suo passaggio all'opposizione e poi con la creazione dei 'Responsabili'.
Perchè che Gianfranco Fini e Renato Schifani riescano a trovare un'intesa è ancora tutto da vedere. Già venerdì scorso le prime indiscrezioni sulla posizione del presidente del Senato favorevole ad un riequilibrio a favore della maggioranza (poi smentite dal suo portavoce) avevano rischiato di creare un conflitto con il presidente della Camera, risolto poi con un comunicato congiunto in cui si richiamava il principio della rappresentatività dei gruppi come unico criterio per la composizione.
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