Maroni: domani Bossi chiarirà tutto con Napolitano
L’esponente della Lega esclude ogni ipotesi di rimpasto in tempi brevi: «Sono tutte invenzioni». Casini condanna le violenze ad Arcore: «Vediamo di non finire come l’Egitto»
ROMA - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, confida in una rapida soluzione del problema legato alla decisione del Quirinale di respingere il decreto attuativo del federalismo fiscale approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri nonostante il mancato via libera della commissione bicamerale. «Non è uno stop tecnico ma una richiesta del presidente della Repubblica di fare un passaggio alle Camere», ha detto il ministro in un incontro con i lavoratori della Induplas nella sede del Comune di Varese.
«Domani Bossi sarà dal presidente Napolitano, credo che si possa chiarire tutto - ha proseguito il ministro - e fare tutto quello che si deve fare in tempi rapidi».
LA MAGGIORANZA E’ VINCENTE: NIENTE RIMPASTO - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è fiducioso sulle possibilità del governo di proseguire la propria azione, nonostante i numeri risicati della maggioranza: «Mi pare che finora Berlusconi, noi e la maggioranza abbiamo vinto tutte le sfide parlamentari andiamo avanti con ottimismo», ha detto a margine di un incontro nella sede del Comune con i lavoratori della Induplas.
Quanto ai continui scontri tra il presidente del Consiglio e l'ex alleato Gianfranco Fini, il ministro ha aggiunto che «sono cose che vanno avanti ormai da un anno dalle regionali di marzo».
Maroni ha infine escluso un impasto di governo in tempi brevi ricordando che «il presidente del Consiglio ha già risposto di no. Sono le solite vostre invenzioni», ha concluso rivolgendosi ai cronisti.
NAPOLITANO: LE DEGENERAZIONI AL DIRITTO DI MANIFESTARE NON SONO TOLLERABILI - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto al ministro dell'Interno informazioni sui gravi episodi di scontri tra dimostranti e polizia verificatisi nei pressi della residenza del Presidente del Consiglio.
GLI ORGANIZZATORI RISULTATI ESTRANEI A OGNI VIOLENZA - Lo riferisce una nota del Quirinale in cui si riferisce che «è risultato che i promotori della manifestazione, rispettando le modalità concordate con le autorità di polizia, sono rimasti estranei a ogni deviazione dal percorso stabilito e a ogni violenza».
«Il Presidente della Repubblica - si legge ancora nella nota - ha convenuto che l'esercizio del diritto costituzionale a manifestare pacificamente non degeneri, specie in un momento di tensione politica e istituzionale come quello attuale, in inammissibili disordini e scontri provocati da gruppi estremisti».
CASINI: LA VIOLENZA FA IL PAIO CON IL DEGRADO CHE STIAMO VIVENDO - Manifestare ad Arcore non è la giusta risposta alla crisi politica. Lo dice il leader Udc, Pier Ferdinando Casini.
«Le manifestazioni davanti la casa di Berlusconi ad Arcore non sono certo la risposta giusta da dare al governo ed al presidente del Consiglio», dichiara in una nota, e aggiunge: «Lasciamo perdere i violenti, che è meglio che stiano nelle patrie galere e non agli eventi politici, ma l'idea stessa di protestare con quelle modalità ed in quel luogo, rischia di essere l'altra faccia della medaglia del degrado che stiamo vivendo».
«L'opposizione - conclude Casini - deve dare un'altra idea dell'Italia non la stessa, eguale e contraria. Con tutto il rispetto per gli altri, non siamo né in Tunisia né in Egitto e non vogliamo finirci».