28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Federalismo

De Poli: la riforma aumenta le tasse in modo palese

Il portavoce nazionale dell'UdC: «Noi contrari perchè mal congegnato e raffazzonato»

ROMA - L'Udc non è contraria al federalismo ma è contraria a questo federalismo fatto in maniera «raffazzonata, mal studiata e mal congeniata» che porterà ad un aumento della pressione fiscale «in modo palese». Lo afferma in una nota Antonio De Poli, portavoce nazionale del partito.
Secondo il centrista «si sta attuando una rivoluzione senza aver piena coscienza di cosa avverrà. Semplicemente sperando che vada bene. Quando invece sono in molti a dire che i Comuni, a cui sono stati tagliati un mare di finanziamenti centrali, per sopravvivere dovranno introdurre molte più tasse».

Tra queste, spiega De Poli, «l'imposta comunale sugli immobili prevista dal nuovo fisco municipale, che premierà i proprietari di seconde case e rischierà di penalizzare gli edifici strumentali delle imprese e quelli posseduti da soggetti passivi Ires. Per questi ultimi, infatti, l'aliquota base dell'Imu (7,6 per mille, nell'ultima versione del decreto) risulterà più alta di quella dell'Ici del 18,75% e non sarà deducibile. L'Imu favorirà invece i proprietari di seconde case, anche tenute a disposizione, perché pur avendo un'aliquota maggiore dell'Ici al momento della sua entrata in vigore (2014) assorbirà anche l'Irpef sui redditi fondiari. Ancora più alto sarà il risparmio sulle abitazioni in affitto, con la cedolare secca che avvantaggerà i redditi alti, che si troveranno una percentuale da pagare più bassa rispetto a quella stabilità dalla loro aliquota attuale. L'Imu, è quindi una vera e propria 'patrimoniale', la cedolare secca sugli affitti non è coperta ed è senza detrazioni per gli inquilini, e la compartecipazione all'Irpef determina una sperequazione».

«Tirando le somme - conclude De Poli - il testo non approvato è contraddittorio rispetto all'obiettivo prefissato, che era quello di abbassare la pressione fiscale. Al contrario il risultato paradossale è che il federalismo, così com'è concepito, aumenta la pressione fiscale in modo palese. A tutto questo aggiungete infatti le addizionali Irpef regionali e comunali sbloccate, le tasse di soggiorno, che strangoleranno le famiglie numerose in ferie, le tasse comunali di scopo, che permetteranno ai comuni di introdurre tasse per ogni intervento dei municipi. Questi sono i motivi per cui abbiamo detto no. Noi non siamo contrari al Federalismo. Figuriamoci. Noi siamo contrari al Federalismo se questa riforma epocale è fatta in maniera raffazzonata, mal studiata e mal congeniata».