1 settembre 2025
Aggiornato 10:30
Governo «bacchettato»

Federalismo, l'alt di Napolitano: testo irricevibile

Lettera a Berlusconi. Serve «Pieno coinvolgimento» del Parlamento, delle Regioni e degli Enti locali nel complesso procedimento di attuazione del federalismo fiscale

ROMA - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che già aveva definito irricevibile il decreto sul federalismo municipale ha bacchettato il governo «sulla necessità di un pieno coinvolgimento del Parlamento, delle Regioni e degli Enti locali nel complesso procedimento di attuazione del federalismo fiscale».
«Sento il dovere di richiamare l'attenzione del Governo sulla necessità di un pieno coinvolgimento del Parlamento, delle Regioni e degli Enti locali nel complesso procedimento di attuazione del federalismo fiscale». E' quanto scrive il presidente Napolitano nella lettera al premier Silvio Berlusconi in merito all'emanazione del decreto sul federalismo fiscale municipale giudicato «non ricevibile» dal capo dello Stato.

«La rilevanza e delicatezza delle conseguenze che ne deriveranno sull'impiego delle risorse pubbliche e in particolare sull'assetto definitivo del sistema delle autonomie delineato dal nuovo titolo V° della Costituzione - spiega Napolitano - suggerisce infatti un clima di larga condivisione, così come si è del resto verificato in occasione della approvazione della legge n. 42 del 2009 e della emanazione dei tre precedenti decreti delegati». In questo quadro è fondamentale rispettare alla lettera la procedura della legge delega. «Se in questo caso non c'è stata condivisione sul piano sostanziale - osserva il presidente -, più che opportuno resta evitare una rottura anche sul piano procedimentale, per violazione di puntuali disposizioni della legge».

Napolitano osserva anche che «il testo è diverso da quello originariamente approvato dal Governo e trasmesso alla Conferenza unificata e alle Camere ai sensi e per gli effetti delle disposizioni richiamate ed è identico alla proposta di parere favorevole condizionato formulata dal Presidente della Commissione bicamerale: proposta che è stata respinta dalla stessa Commissione ai sensi delle norme stabilite dai Regolamenti parlamentari allorché su di una proposta si registri parità di voti e dello stesso art. 7, comma 1, del Regolamento interno della Commissione bicamerale. Né tale pronunciamento può evidentemente assimilarsi ad una mancanza di parere».

«Su quel testo - aggiunge Napolitano - la Commissione bilancio della Camera ha successivamente deliberato all'unanimità di non esprimersi proprio perché lo ha considerato «superato» per gli stessi motivi. Infine il Governo deve ottemperare all'obbligo previsto dall'ultimo periodo del comma 4 dell'art. 2 della legge delega di esporre sia alle Camere sia alla Conferenza unificata le ragioni per le quali ha ritenuto di procedere in difformità dai suindicati orientamenti parlamentari e senza aver conseguito l'intesa nella stessa Conferenza, come risulta dal verbale in data 28 ottobre 2010».