29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Roma

Omicidio via Poma, oggi i giudici si ritirano per la Sentenza

Possibile la presenza in aula di Raniero Busco, l'unico imputato per il delitto di Simonetta Cesaroni

ROMA - Potrebbe arrivare in serata la sentenza per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto a Roma il 7 agosto del '90. Unico imputato è Raniero Busco, allora fidanzato con la ragazza che fu trovata cadavere all'interno degli uffici dell'associazione ostelli della gioventù in via Poma. Per lui i pm hanno chiesto per lui l'ergastolo per omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà. Il processo prevede ancora delle repliche del pubblico ministero Ilaria Calò e dei legali di parte civile. Poi dopo l'ulteriore conclusione del difensore, l'avvocato Paolo Loria, ogni cosa sarà affidata ai 6 giudici popolari ed ai due togati.

Ma solo quando il presidente della III corte d'assise, Evelina Canale, prenderà la parola per leggere la decisione si capirà il valore da dare a tutta una serie di elementi su cui accusa e difesa hanno dibattuto per quasi un anno, a partire dalla prima udienza del 3 febbraio del 2010. E secondo quanto si è appreso non è esclusa la presenza in aula di Busco o della moglie, Roberta Milletarì, così come dei molti amici della zona di Morena, che in questi mesi sono stati vicini all'imputato, alla sua famiglia.

L'aula bunker di Rebibbia sarà certamente testimone di un pezzo di cronaca e storia. «Perché per la morte di Simonetta a puro titolo di esempio sono rigonfie le pagine di internet. In nessun altro caso c'è stata e c'è ancora tanta attenzione mediatica», ha spiegato l'avvocato Andrea Magnanelli, del Comune di Roma, parte civile nel processo. I nodi che legano Busco al delitto sono quelli venuti dall'esame dei vestiti che aveva indosso Simonetta il giorno della morte e quelli inerenti un alibi che secondo la Procura non c'è mai stato e che ha ingenerato una serie di false dichiarazioni. Il tutto è completato da alcuni - «precedenti caratteriali», secondo la definizione di un altro degli avvocati della famiglia della vittima, in merito a liti di Busco con vicini di casa e con la cognata. Per l'avvocato Loria i giudici devono solo assolvere e così restituire dignità al suo assistito. «Perché i dubbi, i misteri, in questa vicenda pesano come macigni».