1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Caso Ruby

Gelmini: è solo un processo mediatico, Governo va avanti

Il Ministro dell'Istruzione: «Finirà in una bolla di sapone. Ma l'ipotesi del voto non ci spaventa»

ROMA - «Le vicende degli ultimi giorni non stanno incidendo in alcun modo perché l'attività di governo prosegue e prosegue con grande impegno da parte di tutti». A parlare è il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica Maria Stella Gelmini, in un'intervista al tg di Italia 1 Studio Aperto. Come finirà il 'Rubygate'? «In una bolla di sapone - è la convinzione del ministro dell'Istruzione - è un processo tutto mediatico che sta avvenendo non nelle aule di tribunali ma sui giornali ma su questo gli italiani si sono già fatti un'opinione, come dimostrano anche gli ultimi sondaggi che dicono di un presidente del Consiglio che ha un consenso che va ben oltre il 50% del degli elettori.«

CAMPAGNA MEDIATICA - «Proprio questa mattina - ha spiegato - abbiamo appena concluso una seduta del Consiglio dei ministri dove abbiamo lavorato sul tema del federalismo fiscale per evitare gli sprechi, le spese inutili. E' chiaro che questa indagine vuole dare al paese un'immagine diversa, un'immagine di un governo che non lavora e di un Presidente del Consiglio dedito ad altro ma questa è una campagna mediatica e anche una campagna di natura politica condotte entrambi contro il presidente del Consiglio che, come sempre, si risolveranno in un nulla di fatto perché gli italiani sono più accorti di quanto un pezzo della magistratura e la sinistra possano pensare».

IPOTESI ELEZIONI - «Non ci spaventa nemmeno l'ipotesi delle elezioni - ha assicurato Gelmini - credo che nessuno come Berlusconi se le possa permettere. L'Italia ha più bisogno di riforme di impegno di buona politica che non di campagne d'odio, di campagne di mistificazione o di campagne elettorali. Questa persecuzione giudiziaria, di una parte limitata ma agguerrita della magistratura, dura da 17 anni ma siamo abituati a dover fronteggiare questo tipo di attacco e quindi non ci spaventiamo, non demordiamo e proseguiamo nel nostro lavoro».